Il “pensiero ambientale” parte dalla capacità di osservare un fenomeno e saper cogliere relazioni più ampie. Alcune esperienze.
In un’intervista rilasciata al The Saturday Evening Post nel 1929, Albert Einstein dice che: “L’immaginazione è più importante della conoscenza, perché la conoscenza è limitata mentre l’immaginazione abbraccia il mondo.”
In effetti, niente si può scoprire o inventare che prima non sia stato immaginato. La capacità di vedere oltre è una grande risorsa personale e collettiva. E non serve solo ai creativi, ma anche a scienziati, manager, politici, esploratori, architetti, geografi, gastronomi o ricercatori che devono e sanno immaginare, perché il cambiamento – in qualsiasi ambito economico, sociale o personale – è sempre guidato dall’immaginazione.
In questo terzo numero di Innesti parliamo di visioni: ossia delle immaginazioni che hanno ruolo attivo e sono molla di un cambiamento, che aiutano a risolvere problemi, offrono soluzioni concrete, conquistano nuove conoscenze, definiscono buone pratiche. E di conseguenza parliamo di visionari: uomini e donne capaci di vedere lontano, andare dove gli altri non sono ancora andati, adottare nuovi punti di vista, non farsi condizionare, non avere paura di dire ciò che si pensa. È un “omaggio ai grandi slanci, alle idee e ai sogni”, direbbe Cervantes, poiché la visione ama gli ostacoli, perché li sormonta; affronta i limiti, perché li oltrepassa; non teme i vincoli perché li spezza.
I visionari che abbiamo raccontato sono in prima linea nel cambiamento che loro stessi hanno portato, le loro storie incrociano passato, presente e futuro perché sono senza tempo.
Così come la visione serve alla scienza e alla conoscenza, serve anche alla sostenibilità quando disegna nuove forme del nostro stare insieme e del nostro stare nel mondo. È tanto vero quanto si pensa al contrario: l’assenza di visione impedisce di scorgere alternative possibili e virtuose.
Ecco che la sostenibilità che stiamo man mano raccontando, numero dopo numero, si arricchisce di parole e storie, in cui diventa sempre più facile appassionarsi e riconoscersi.
E se la sostenibilità diventa la nostra bussola per orientarsi nel mondo, allora necessariamente serve avere una visione nuova, ostinata e un po’ ribelle.
Il “pensiero ambientale” parte dalla capacità di osservare un fenomeno e saper cogliere relazioni più ampie. Alcune esperienze.
Creare arte partendo dalla Natura. L’estasi visionaria dell’artista Nicola Magrin.
Nome: Valeria Margherita Mosca.
Passione: l’ambiente, e raccogliere piante e frutti selvatici e inaspettati nel rispetto più totale della natura.
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Perché la geografia è così importante per la sostenibilità?
La parola al geografo Franco Farinelli.
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La più grande Cantina d’Italia e la “visione sostenibile” con cui anticipa le tendenze. Intervista al direttore generale SimonPietro Felice.
Tessa Gelisio e il suo focus sulla necessità della biodiversità quale fonte di cambiamento, innovazione, resilienza ed evoluzione.
Climate change: secondo il filosofo influencer Rick DuFer, creare consapevolezze individuali è la chiave per spingere tutti all’azione.
Hanno collaborato in questo numero:
Elia Barbieri, Isacco Emiliani, Tessa Gelisio, Irene Ivoi, Marina Jonna, Martina Liverani, Nicola Magrin, Valeria Margherita Mosca, Marco Moro, Federico Quaranta, Monica Sozzi, Laila Tentoni
Abbiamo conversato con:
Rick DuFer, Franco Farinelli, Carlo Petrini, Carlo Ratti