La ricetta della rigeneratività in carcere

“Nessun uomo è tutto nel gesto che compie, nessun uomo è uguale nell'attraversare del tempo.”

Herman Hesse

Ascanio Brozzetti lavora ormai da due anni e mezzo con i detenuti del Carcere Due Palazzi di Padova dove ricopre il ruolo di Chef di un laboratorio di pasticceria. Tutte le mattine vengono sfornate circa mille brioches e diverse dozzine di lievitati di forme e fogge che variano a seconda della stagione e delle festività.

Attualmente sono 48 i detenuti che hanno un contratto part time: c'è chi fa parte del turno delle quattro di mattina e inforna i lievitati, chi arriva alle sei e inizia a preparare gli ordini per le varie pasticcerie, chi si occupa della preparazione dei biscotti e delle praline, chi è specializzato nel confezionamento...

inizia a raccontare Brozzetti.

L'idea dello Chef di Pasticceria Giotto, che per anni ha lavorato nel mondo dei ristoranti stellati e che ha poi deciso di dedicarsi a insegnare l'arte e le tecniche della pasticceria in carcere, è quello di ricreare il più possibile uno spazio uguale, per funzionamento e per struttura, a quello di qualunque altro laboratorio dolciario.

Cerchiamo di far sì che sia un luogo ʻesterno al carcereʼ, non fisicamente, ma almeno concettualmente, in modo tale da preparare queste persone a confrontarsi con le dinamiche lavorative del mondo esterno: per chi magari è fermo da tanti anni, o per chi non ha mai lavorato, questo allenamento mentale può rappresentare un'occasione importante in vista di un reinserimento nella società.”

All'interno del contesto del carcere, dove il tempo è vissuto come qualcosa da riempire, da occupare, aspettando che le ore passino”, spiega Brozzetti, “dedicare attenzione e cura a quello che si fa, imparare cose nuove, lavorare insieme ad altre persone rispettando delle regole, diventa il modo per riappropriarsi del tempo e dargli un senso.

Ogni processo rigenerativo ha bisogno di tempo. Affinché la rigenerazione abbia un buon esito è necessario che, accanto allo scorrere dei giorni, dei mesi e degli anni, sia inserita una dimensione di senso: un panorama che possa tramutarsi in una possibilità, in una fiducia nel cambiamento. È così che nel Carcere di Padova, attraverso la realizzazione di soffici e fragranti preparazioni dolciarie, trova spazio e piena attuazione la visione della funzione della pena come recupero della persona, secondo quello che è stato pensato e scritto nell'articolo 27 della Costituzione dai padri costituenti.

Cucinare, impegnarsi quotidianamente in quello che si sta facendo dà, a poco a poco, ai detenuti la possibilità di guadagnarsi la propria fiducia, di immaginarsi in modo diverso, di posizionarsi oltre il senso di colpa e il senso di irreparabilità che caratterizza il vissuto soprattutto di chi ha commesso gravi colpe

aggiunge Chef Brozzetti.

Rigeneratività in cucina significa dunque, in questo caso, fare in modo che la pena sia utile, che sia orientata al reinserimento sociale dell'uomo e che, attraverso le esperienze di formazione e di lavoro, le persone abbiano la possibilità di trasformarsi.

Una delle cose più belle di questo lavoro è assistere al cambiamento: i detenuti arrivano praticamente senza nessuna competenza e, gradualmente, non solo imparano a svolgere correttamente tutte le mansioni loro assegnate, ma iniziano a provare una sensazione di incredulità, e quasi di orgoglio, nel vedere realizzate delle torte, dei pasticcini, dei panettoni, delle colombe che presto saranno i protagonisti delle tavole conviviali là fuori.

È così che attraverso la cucina si abbattono metaforicamente le barriere che dividono il carcere dal mondo esterno; questo travalicamento è tanto più significativo se si pensa che l'elemento ponte è rappresentato dal cibo e in particolare dai dolci: una tipologia di preparazioni carica di simboli e di vissuti personali legati spesso al mondo dell'infanzia, della famiglia e delle festività.

A volte capita” continua Ascanio “che arrivano alcuni messaggi da parte di clienti che fanno i complimenti per una torta commissionata o per un panettone. L'impatto positivo di queste recensioni sui detenuti è enorme: vedere che quello che fanno, per cui hanno imparato a impegnarsi, è ʻrealeʼ e viene apprezzato all'esterno, gli dà la possibilità di sentire, in alcuni casi per la prima volta, una fiducia nei confronti di se stessi e della società

conclude Ascanio Brozzetti.

Tempo, fiducia e prospettive:

ecco gli ingredienti fondamentali per una rigenerazione sociale che passa anche attraverso il mondo della cucina.

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