Improvvisamente
si alza
un gran vento,
dal nulla
LA NUVOLETTA TOSSICA:
storia di Andrea e 
della sua azienda agricola.
A volte le cose accadono perché devono accadere.

Spesso il tutto nasce da un evento singolo. È quella singola scintilla che inevitabilmente accende il fuoco, fuoco che poi divampa incontrollabile.

Quell’evento imprevedibile spesso cambia il corso delle cose, modifica destini e crea nuovi scenari futuri. Per questo mi piace raccontare la storia di un mio grande amico, Andrea.

Lui è figlio di agricoltori, a sua volta agricoltore. La sua azienda si trova nella bassa Pianura Padana, nei pressi di Argelato, in provincia di Bologna.

Andrea ha imparato a fare agricoltura da suo padre. Quella agricoltura che solitamente chiamiamo convenzionale, molto basata sull’utilizzo di mezzi chimici, siano essi pesticidi o fertilizzanti di sintesi.

Ma da un po’ di tempo aveva cominciato a porsi qualche scrupolo sul continuo ricorso ai trattamenti chimici, quasi un vincolo.

Da quando aveva iniziato a lavorare nei campi si era accorto di come ogni anno fosse necessario aggiungere qualche trattamento in più o aumentare la dose di qualche prodotto di difesa. Una specie di circolo vizioso: più si usano mezzi chimici e più si è costretti a rispondere a nuove emergenze con nuovi prodotti oppure aumentando i dosaggi. E poi aveva cominciato a sentire di colleghi del padre che avevano contratto qualche brutta malattia, chi aveva preso il linfoma o chi aveva manifestato nuove forme di malattie degenerative.

Poi ecco l’evento imprevedibile, l’evento perturbatore.

Andrea, per aumentare l’efficienza dei suoi trattamenti chimici aveva ordinato una nuova barra irroratrice, una barra speciale: di dimensione doppia rispetto alle tradizionali. Non vede l’ora di provarla, e appena arriva la monta subito e carica di erbicida. Va in uno dei suoi campi sterminati dietro casa e comincia a trattare.

In fondo al campo vede la sua casa, e sua moglie con in braccio Gaia, la sua prima figlia di forse neanche un anno. Gaia sgambetta intorno a casa con sua mamma. Lui le vede ed è felice. Poi l’inatteso: il meteo. Improvvisamente si alza un gran vento, dal nulla. Da dietro al trattore, soffia forte verso casa. Verso Gaia e verso sua moglie. E accade quello che non sarebbe dovuto accadere: il vento porta con sé quella nuvola di sostanze chimiche. Quella nube tossica avvolge sua moglie e sua figlia.

Andrea molla tutto, scende dal trattore e corre da loro. Per fortuna nulla di grave, hanno solo respirato un po’ di quelle porcherie chimiche. Solo qualche colpo di tosse della bimba.

Ma per Andrea non è lo stesso.

Qualcosa di imprevedibile è accaduto anche dentro di lui. Quei tanti dubbi maturati negli anni adesso non possono più restare chiusi in un angolo della sua mente. Quel singolo evento ha cambiato le cose, qualcosa è scattato.

Andrea ripercorre il campo e torna al trattore. Stacca la barra, per riconsegnarla nuovamente al consorzio agrario.

Quel giorno Andrea passa a un nuovo modo di fare agricoltura. Quel giorno Andrea comincia un lungo percorso di trasformazione sia personale sia della sua azienda. Il Podere Santa Croce diventa un agriturismo biologico e biodinamico.

Ridisegna profondamente la struttura della sua azienda: comincia a piantumare migliaia di alberi e siepi che ora circondano la sua azienda; il campo sterminato dietro casa, dove era accaduto l’evento della nuvola tossica, viene trasformato e destinato all’allevamento allo stato “semi-brado” di animali di bassa (galline, polli, tacchini) e di alta corte (pecore, suini e bovini).

Ogni animale presente nel podere ha una sua relazione con gli altri e presenta caratteristiche funzionali che gli permette di adattarsi a condizioni ambientali en plein-air tali da consentire un benessere animale superiore a qualsiasi altro metodo di allevamento.

Andrea intraprende quindi una trasformazione sempre più spinta verso la vera sostenibilità, che per essere tale deve riuscire a cogliere i suoi tre aspetti fondamentali, che coinvolgono la sfera economica, quella ambientale e quella sociale. L’intera produzione agricola al Podere Santa Croce poi si basa su un principio fondamentale che può essere enunciato in modo molto semplice come:

“Ciò che vive ha bisogno di ciò che è vivo”.

Si cerca di coltivare piante e allevare animali sani, tramite il rispetto di essi e di tutto l’ambiente che li circonda.

“Ciò che vive ha bisogno
di ciò che è vivo”.

Nell’azienda si coltivano tante diverse specie vegetali allo scopo principale di ottenere la materia prima a uso interno sia per la preparazione del cibo animale che umano. Viene creato poi un grande orto che ha lo scopo di soddisfare gran parte delle esigenze aziendali. Questo approccio contrasta fortemente quanto avviene nei sistemi agricoli convenzionali, dove l’assenza di rotazione crea i presupposti per un utilizzo sempre più spinto dei mezzi chimici.

Andrea poi apre un agriturismo, per il quale la gran parte della materia prima viene direttamente dalla sua azienda. Un modo di produrre a chilometro zero, annullando qualsiasi spreco. Andrea non trascura nemmeno l’aspetto sociale. La sua azienda è anche una fattoria didattica in cui migliaia di giovani sono venuti a contatto con il mondo agricolo, tramite diversi percorsi esperienziali, come i vari laboratori organizzati per insegnare ai giovani come si fa il pane o come si coltivano gli ortaggi. L’aspetto sociale dell’azienda di Andrea non si limita a questo. Infatti, nella sua azienda organizza incontri aperti a tutta la popolazione per affrontare tanti temi: dalla sostenibilità, all’impatto sull’ambiente delle attività agricole, alla coltivazione biologica. Durante questi eventi i partecipanti possono visitare i suoi campi catalogo, in cui nel corso degli anni è diventato custode di oltre 300 varietà di moderna e antica costituzione di frumento tenero, frumento duro, sorgo e miglio. Un modo molto diretto e pratico per spiegare a chiunque il valore e lo scopo ultimo della biodiversità, e del suo ruolo fondamentale per l’agricoltura di oggi e del futuro. A volte davvero le grandi cose nascono da piccoli eventi. Oggi il Podere Santa Croce è un riferimento per chiunque si interessi di sostenibilità. Lo è grazie a una strana combinazione di eventi. Un refolo di vento, una bimba che muove i suoi primi passi, una nuvoletta di sostanze tossiche. Una combinazione casuale del tutto imprevedibile.

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