Educazione cosmica e scienza della pace: la filosofia montessoriana per accompagnare i più piccoli alla responsabilità collettiva di aiuto alla vita.
L’eccentrico matematico ungherese Paul Erdős dimostrò che, considerando tutti gli abitanti della Terra e rappresentando le loro relazioni con un grafo casuale, il numero dei passaggi necessari per collegare una persona con qualsiasi altra era di circa sei. I suoi studi, insieme a quelli dello psicologo statunitense Stanley Milgram (e di altri a venire) diedero vita alla teoria del mondo piccolo, o alla teoria dei sei gradi di separazione.
Oggi sappiamo che grazie a social network e alla società globale i passaggi necessari a interconnettersi con chiunque possono essere anche meno di sei.
La risposta che vogliamo darci è che siano fatti di un collante inossidabile, che si può manifestare sia tra persone geograficamente vicine che distanti, prende le forme di un progetto, una scelta di vita, un aiuto concreto, e si chiama solidarietà. Un sentimento, una virtù, un’energia: la solidarietà è il filo sottile che ci tiene tutti uniti e tutti aggrappati al nostro pianeta, è la scintilla della consapevolezza di una coesione universale.
Abbiamo provato a declinare una parola così poderosa in questo numero di Innesti che arriva a pochi mesi da una catastrofe climatica che ha investito la Romagna e ci ha trovati vulnerabili ma anche uniti. E grazie a questa esperienza la solidarietà è diventata una specie di lente per osservare quante mirabili storie ci circondano che sono alimentate da questo carburante energetico e invisibile. Siamo tutti molto più uniti di quanto pensiamo. E interpretare questa vicinanza non con “gradi di separazione”, ma con “gradi di solidarietà”, potrebbe portarci a costruire nuove storie di sostenibilità e qualcosa di davvero concreto e importante per il futuro del nostro pianeta. Lo scrive in versi anche la poetessa Chandra Livia Candiani, dalla quale prendo a prestito le parole per augurarvi una buona lettura: «L’universo non ha un centro / ma per abbracciarsi si fa così: / ci si avvicina lentamente / eppure senza motivo apparente, / poi allargando le braccia, / si mostra il disarmo delle ali, / e infine si svanisce / insieme, / nello spazio di carità / tra te / e l’altro».
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Hanno collaborato in questo numero:
Elena Albieri, Donatella Comasini, Martina Liverani, Giulia Pianigiani, Andrea Saroldi, Monica Sozzi, Claudia Valenti, Laura Zavalloni
Abbiamo conversato con:
Antonio Augeri, Andrea Faldella, Olena Kulygina, Monica Minardi, Kingsley Ngadiuba, Simona Tartaull