Il futuro della viticoltura è nella scienza e nel miglioramento genetico dei vini. Ce lo spiega uno dei massimi esperti al mondo, il Professor Attilio Scienza.
Non ci sono più i limiti di una volta.
O meglio, non c’è più l’idea del limite fatto per essere superato, dello sviluppo senza limiti, del pensiero di avere risorse illimitate. I limiti del pianeta sono reali. Superare questi limiti vuol dire mettere seriamente a rischio il nostro pianeta, così come la nostra sopravvivenza. Perdita della biodiversità e cambiamento climatico sono solo alcuni degli indicatori che ci stanno chiaramente dimostrando quanto il limite sia stato oltrepassato.
Occorre invertire la rotta. Abbracciare i limiti e trasformarli in opportunità.
Ecco perché in questo sesto numero di Innesti abbiamo voluto guardare al limite come a una condizione necessaria e favorevole di cambiamento.
Tramite le voci e i contributi di questo numero abbiamo esplorato limiti che ci hanno condotto attraverso strade nuove e scenari vastissimi.
Nella società del progresso e del consumismo sfrenato la parola limite aveva una connotazione negativa ma, oggi, appare in una nuova forma: la possibilità di acquisire la consapevolezza che abbiamo un solo pianeta, una sola vita e quindi una sola opportunità.
Le storie che abbiamo raccontato hanno come filo conduttore quello di cambiare la cultura del limite. Per produrre nuovi pensieri c’è bisogno di nuovi limiti. Che siano scelte personali come quelle legate alle abitudini alimentari o alla mobilità, che siano progetti aziendali o idee per migliorare l’accessibilità, che siano modalità di affrontare il cambiamento o salvare qualcosa che rischia di andare perso – fateci caso – c’è sempre un limite a stimolare il pensiero creativo, l’arte, la soluzione o la scommessa.
Il futuro della viticoltura è nella scienza e nel miglioramento genetico dei vini. Ce lo spiega uno dei massimi esperti al mondo, il Professor Attilio Scienza.
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Abbiamo conversato con:
Anne-Marie Bonneau, Fabiano Ventura