Imparare a rispettare la natura, a partire dai preziosi insegnamenti ricevuti in famiglia: la storia di un bambino che voleva salvare un’ape in difficoltà.
Per il fatto di essere polisemica, ossia di avere significati diversi, la parola educazione non è affatto semplice da spiegare. Ma in questo risiede il suo fascino e, tra le parole della sostenibilità, è una delle più importanti nel percorso di transizione ecologica e costruzione di una nuova etica. Perciò l’abbiamo scelta per questo settimo numero di Innesti e abbiamo chiesto ai nostri autori di interpretarla.
L’etimologia della parola si rifà al latino ex-ducere, “condurre fuori”. Ma fuori da dove? Probabilmente dalla zona di comfort, da tutto ciò che si conosce ma che ci fa restare fermi dove siamo. Al contrario, per educare un individuo, occorre tirarlo fuori e fare in modo che le potenzialità siano aiutate a esprimersi e portate in atto. L’educazione è movimento.
L’educazione è un approccio trasversale che tocca molti ambiti, educare è costruire, allevare, formare, istruire. Se è abbastanza chiaro che, per esempio, l’istruzione avviene nelle aule scolastiche, le altre azioni dell’educazione possono avvenire in qualsiasi momento, come al cinema o in una cucina, in un prato o in uno studio di progettazione, e in qualsiasi luogo come quelli che sono raccontati in questo numero di Innesti.
Di conseguenza è naturale il fatto che l’educazione sia un compito collettivo e circolare che coinvolge tutti gli stimoli che provengono dal mondo esterno. Non è solo lo sviluppo di aspetti della personalità umana ma anche di quella collettiva. Educare è un agire pratico, è un insinuare certe abitudini. Poi non è certo un caso che la parola abbia significati diversi, perché tiene insieme atteggiamenti come il rispetto, la cura e la gentilezza che completano il senso di un’educazione alla sostenibilità.
Imparare a rispettare la natura, a partire dai preziosi insegnamenti ricevuti in famiglia: la storia di un bambino che voleva salvare un’ape in difficoltà.
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Hanno collaborato in questo numero:
Andrea Barbabella, Federico Brocchieri , Martina Celegato, Cristina Damiani, Emanuele Isonio, Nicola Lamberti, Martina Liverani, Cristina Mauri, Monica Sozzi, Paolo Tamborrini
Abbiamo conversato con:
CIBO, Giulietta Fara, Niko Romito, Tomás Saraceno