Alla scoperta del progetto GeCA, il portale sull’identità agroalimentare italiana, con il direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale.
Succede a Sergio Escobar che lo ha guidato con passione e autorevolezza negli ultimi 22 anni.
Ben consapevole delle criticità che oggi minacciano il pianeta, al momento della sua nomina Longhi ha subito dichiarato di voler porre il tema della sostenibilità al centro del nuovo corso intrapreso con l’inizio della sua direzione, certo del ruolo di responsabilità che la cultura e il teatro possono svolgere in tempi di cambiamento:
<<Le responsabilità artistiche, civili e politiche di una direzione artistica sono oggi ancora più determinanti per la creazione non solo di una nuova cultura teatrale, ma soprattutto di una nuova società.>>
Prova di questa volontà è stata l’adesione al progetto STAGES (Sustainable Theatre Alliance for a Green European Shift) e, primo teatro in Europa, alla piattaforma New European Bauhaus, veicolo privilegiato per la promozione del Green Deal europeo. La Fondazione Piccolo Teatro ha anche aperto un dialogo con il Politecnico di Milano per coordinare le scelte etiche, culturali, tecniche e gestionali in coerenza con politiche di sostenibilità.
Claudio Longhi ha affidato la cura della sua prima stagione estiva (giugno-settembre 2021) a una triade artistica che ha messo in campo la rassegna Ogni volta unica la fine del mondo: esercizi di sostenibilità per grandi e piccini, volta a promuovere una solida e approfondita cultura della sostenibilità, declinata nelle sue diverse accezioni: ambientale, economica, umana, sociale e artistica.
La stagione 2022 è stata presentata dal nuovo direttore come una stagione pronta a porre attenzione alla nuova drammaturgia e alle giovani generazioni, con un orizzonte internazionale e cura della sostenibilità:
<<Ci troviamo in una fase liminale, dobbiamo fare i conti con un sistema che scricchiolava già prima della pandemia e ora messo alla prova per ritrovare un nuovo equilibrio. In questa prospettiva è centrale l’attenzione ai giovani come testimoni più sensibili e interpreti più avveduti di questa trasformazione. Il Piccolo Teatro è un teatro pubblico e mai come adesso il suo ruolo è necessario nel rapporto con la comunità e deve farsi carico di questa responsabilità.>>
Tappa cruciale e rappresentativa di questo nuovo percorso è la partecipazione del Piccolo Teatro al progetto Sustainable theatre? ideato da Katie Mitchell, regista inglese, e Jérôme Bel, Théâtre Vidy-Lausanne, in collaborazione con il Centro di competenza in sostenibilità dell’Università di Losanna: A play for the living in a time of extinction.
Una creazione teatrale di respiro internazionale che osserva criteri di sostenibilità sia nei contenuti che nei processi produttivi, nell’ottica del risparmio energetico e di CO2 e della riduzione dello spreco.
Un esperimento ambizioso per la sua visione globale che intreccia aspetti economici, sociali, culturali e ambientali, e che si propone di ridisegnare l’idea di produzione e distribuzione di una performance: i teatri partner, infatti, sono chiamati a reinterpretare le creazioni originarie in versioni locali realizzate con risorse proprie e in ottica sostenibile. Lo spettacolo non viaggia più fisicamente, ma sotto forma di copione ed è ricreato in ogni teatro partner da un’équipe locale.
E Claudio Longhi ha colto la sfida.
Sono stati Lisa Ferlazzo Natoli e Marco D’Agostin a mettere in scena a marzo 2022 la versione del Piccolo Teatro e la riproporranno a gennaio 2023.
Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione ragiona con il pubblico di origini, lasciti e sopravvivenze.
Il testo ripercorre le cinque grandi estinzioni che hanno modificato la vita sulla Terra, per arrivare alla singolarità della sesta: la fine del presente per come lo conosciamo.
Nell’emiciclo del Teatro Studio Melato (ex Teatro Studio), lo spettacolo si alimenta dell’energia prodotta, dal vivo, da quattro biciclette azionate da ciclisti, non professionisti, e costantemente misurata da display posizionati sul palcoscenico. Produzione e consumo di energia sono completamente a vista.
Giocando con i numeri: uno spettacolo teatrale consuma mediamente tra i 30.000 e i 150.000 watt, come un condominio di 100 appartamenti completamente illuminato o una grande nave da crociera. Questo spettacolo vive con 240 watt. Ogni sera, inoltre, le quattro biciclette percorrono insieme, idealmente, poco più di 100 km. Come se, pur stando ferme, percorressero, nelle 22 recite milanesi, quasi 2.500 km: un viaggio ideale da Milano a Marrakech.
Si è chiuso da poco il festival Presente indicativo: per Giorgio Strehler, per celebrare i 100 anni dalla nascita del suo storico fondatore. Un festival fortemente voluto proprio da Claudio Longhi e che in esso ha espresso le sue idee fondative sul ruolo del teatro e della cultura, aperto ai temi della crisi dell’Antropocene e dell’avvenire del pianeta. Nel gennaio 2023 è già in programma la seconda tappa di Sustainable theatre? con i giovani artisti associati Lacasadargilla e Marco D'Agostin.
La sostenibilità dunque è l’impronta che il Piccolo darà a ogni progetto futuro, compresa la partecipazione a diversi bandi europei.
La scommessa è che il teatro possa diventare un luogo di riflessione sui temi della sostenibilità ambientale, ecoteatro, grazie alla sua capacità di proporsi come veicolo di un nuovo sentire ecologico, con formule che potrebbero affiancare quelle più classiche; lo strumento giusto per parlare di tematiche ambientali perché può trasformarle in storie in cui le persone possono identificarsi e di cui possono vedere gli effetti direttamente sul palco.
Senza focalizzarsi sugli scenari più apocalittici e sensazionalistici è la chiave per normalizzare i temi ecologici e renderli ovunque parte della conversazione, a teatro come nel cinema e nella letteratura.
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©MasiarPasquali
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Ad Art Basel Miami, la mostra sulla connessione tra design e sostenibilità attraverso eccellenti creazioni italiane.