L’ANIMAZIONE HA 
UNA STORIA ECOLOGISTA

Il cinema di animazione già dagli anni Settanta si interessa ai temi dell’inquinamento, della tutela degli oceani e del consumo di plastica.
Una notevole spinta precorritrice che è stata sottolineata quest’anno, per la sua ventunesima edizione, dal Future Film Festival, lo storico festival cinematografico internazionale che ha inaugurato Piano terra || Ground Floor: un ciclo di proiezioni dedicate alla cinematografia d’animazione che denuncia il consumo di suolo, il disastro ambientale degli oceani inquinati, il mancato rispetto per l’ambiente, la sua flora e la sua fauna.
Abbiamo incontrato Giulietta Fara, direttrice artistica del festival.

“Fin dagli anni Settanta il movimento di intellettuali e artisti denuncia il consumo di suolo e l’inquinamento sconsiderato. Alcuni registi, come Hayao Miyazaki, hanno sempre trattato questi temi, specie in Giappone, terra massacrata dalle radiazioni post Hiroshima. Ci sono vari film e serie tv che hanno sullo sfondo catastrofi ambientali e ruotano attorno ai temi del rispetto della natura vista come un organismo molto importante da rispettare, altrimenti si rivolta.”

Tutta la filmografia di Miyazaki è riferita a questi temi, ne è un esempio Conan il ragazzo del futuro la cui prima puntata è andata in onda nel 1978. Serie post-apocalittica ambientata nel 2028 e tratta dal romanzo per ragazzi L’incredibile marea, di Alexander Key (del 1970).
Il cartone racconta di un mondo in cui i superstiti di un cataclisma epocale sono costretti a vivere nelle poche terre rimaste emerse e a ricominciare da capo. La serie fu un flop in Giappone, ma quando arrivò in Italia, pochi anni dopo, ebbe subito un grande successo. 
Nelle opere di Miyazaki i protagonisti sono spesso bambini o ragazzi e il regista confida nella loro energia vitale e nel loro potere dirompente di cambiare il mondo.

“Un altro film importante sull’educazione rispetto al tema dell’inquinamento degli oceani è datato 1984 ed è Samson & Sally del maestro dell’animazione danese Jannik Hastrup. Un classico per tutte le età che tratta di ecologia e della crudeltà dell’uomo nei confronti della natura.”

Samson è una piccola balena bianca che un giorno decide di intraprendere un lungo viaggio senza ritorno, perché la sopravvivenza dei suoi simili è minacciata nel suo habitat dalla caccia spietata per mano degli uomini. Assieme alla compagna di avventure Sally, inizia un viaggio pieno di pericoli attraverso gli oceani, affrontando gli ostacoli e le avversità e facendo nuove amicizie che permetteranno loro di crescere, con la speranza di un futuro migliore.

Di titoli ce ne sono parecchi, da quelli più noti fino a visioni di nicchia, prodotti nello stesso arco temporale. Uno su tutti è Barbapapà, film di animazione francese del 1974: i protagonisti portano messaggi ecologisti come il rispetto per l’ambiente, i pericoli dell’inquinamento e l’amore per tutte le specie, l’azione negligente degli uomini nei confronti della natura e il dovere di difendere l'equilibro ambientale.

“L’animazione non è solo un linguaggio per bambini, ma anche per adulti abituati a quel linguaggio. La collina dei conigli è un anime per adulti del 1978 diretto da Martin Rosen e tratto dall’omonimo romanzo di Richard Adams.”

“Oggi lo sguardo dei registi di animazione contemporanei si rivolge in due direzioni: le produzioni per bambini hanno un tono di speranza e ruotano attorno al concetto che ognuno di noi può contribuire ad aiutare il pianeta e fare la differenza; dall’altro lato, nelle produzioni per adulti, abbiamo la fantascienza distopica, molto rassegnata su un trend dell’ambiente ormai distrutto, e sul tema della tecnologia e di quanto danneggi l’uomo invece di aiutarlo. È interessante notare che il tema della tecnologia oggi si discosta dal cyberpunk degli anni Settanta e Ottanta, dove l’uomo era integrato con la macchina in una pacifica convivenza. Oggi l’uomo che vive con la tecnologia e che non ne può fare a meno, disimpara a vivere nel suo mondo reale.”

Un esempio è WALL-E diretto da Andrew Stanton e prodotto da Pixar, vincitore tra le altre cose di un Premio Oscar nel 2009 come miglior film di animazione e considerato sin dalla sua uscita un manifesto ecologista. Una fiaba fantascientifica, ambientata in un lontanissimo futuro su una Terra abbandonata dagli uomini perché piena di spazzatura, dove il protagonista è un robottino che ha il compito di ripulire tutto.

“L’arte non ha mai previsto il futuro, ma ha certamente anticipato dei tempi. Lo scopo del cinema non è educare o cambiare le cose, ma per noi è importante guardare la cinematografia passata e comprendere che ha diffuso un messaggio importante.”

Considerata l’importanza di questi temi e di quanto siano radicati nella storia della filmografia di animazione e nella produzione contemporanea, la direttrice Fara ci ha anticipato che sezione Piano terra || Ground Floor non resterà un’iniziativa sporadica, ma diventerà un appuntamento fisso di ogni edizione del Future Film Festival.

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