L’importanza dell’educazione per innescare una reale transizione ecologica.
La prima volta che Alfredo vide la natura in difficoltà, aveva appena compiuto 7 anni.
Stava giocando a pallone nel prato dietro casa della nonna con alcuni amici di scuola quando intravide sul prato un’ape in preda alle convulsioni.
Quando si accorse di quel piccolo animaletto lì per terra, si fermò immediatamente, e vedendola soffrire chiese subito aiuto ai suoi amici: lui voleva aiutarla.
Ben presto però scoprì che era l’unico a volerlo: “No Alfredo, non ti avvicinare, l’ape ti pungerà”, “Alfredo allontanati, mamma ha detto che le api hanno un pungiglione grandissimissimo e che se ti toccano fanno malissimo”, “dai ragazzi, ammazziamola!”; ed eccoli tutti in cerchio pronti a calpestare quella povera apina sofferente.
E stava proprio per finire così se Alfredo, con gesto fulmineo e deciso, non avesse fermato tutti.
Lui non voleva che quell’essere vivente, quell’apina morisse!
Ogni giorno, dopo scuola e terminato il pranzo, Alfredo andava a trovare la nonna e, ogni giorno, lei aveva qualcosa da raccontargli, qualcosa di semplice, vissuto o magico. Esperienze di vita trasformate in storie accattivanti per il suo nipotino preferito.
Un giorno, la nonna, mentre annaffiava le piante, gli raccontò dell’importanza delle specie animali e di come ognuna di esse, dalle più grandi a quelle più piccole, avesse un ruolo fondamentale nell’equilibrio dell’ecosistema.
Alfredo in verità non capì cosa significasse la parola “ecosistema” e la nonna provò allora a spiegargli che ognuno di noi è importante nel mondo e che anche lui stesso, un giorno, avrebbe capito quale fosse il suo ruolo e avrebbe potuto fare la differenza; esattamente come le api che, con le loro piccole ali e il loro simpatico ronzio, lavorano tutto il giorno, impollinando i fiori qua e là, rendendo possibile la fecondazione delle piante e la nascita di frutti, come le fragole che lui tanto amava.
Quel giorno Alfredo non sapeva ancora che aveva imparato una cosa tanto importante e nemmeno immaginava che da quel giorno non avrebbe avuto più paura delle api, ma una certezza dentro di lui la sentiva: le api erano importanti perché aiutavano le piante a fare le fragole e a lui bastava questo per aiutarle a continuare a vivere.
Torniamo a noi:
Alfredo li fermò tutti, ma proprio tutti, e - armato di coraggio - prese una foglia e ci stese sopra l’apina moribonda, poi le avvicinò lentamente un’altra fogliolina più piccola con qualche gocciolina d’acqua.
Passarono pochi secondi prima che lei finisse di tremare e iniziasse a bere quella piccola goccia d’acqua, ma per Alfredo furono lo stesso un’infinità.
Terminata la goccia d’acqua, purtroppo, non accadde quello che Alfredo aveva sperato e l’apina non tornò a volare, anzi sembrava ancora del tutto incapace di muoversi; ma Alfredo non era un bambino che si arrendeva molto facilmente e pensò subito a sua nonna che gli aveva insegnato che le api erano importanti per la terra e per le fragole, e in men che non si dica decise di portarla da lei.
Ormai era diventata una vera e propria missione: Alfredo, la fogliolina con l’ape ricoverata sopra e il gruppetto di amici si avviarono dunque verso casa della nonna, lei li avrebbe aiutati a salvarla.
E la nonna infatti, posata l’ape sul tavolo rotondo davanti agli sguardi attenti e impazienti dei bambini, preparò velocemente uno sciroppo contenente acqua, zucchero e limone e lo diede subito da bere all’ape.
Trascorsero pochi, ma interminabili secondi, e l’ape ancora non si muoveva.
Ormai Alfredo non pensava più che quell’apina sarebbe tornata a volare e una piccola lacrima stava già iniziando a scendere lungo il giovane viso, quando, all’improvviso, l’ape diede un piccolo segnale di movimento, fece un piccolo e veloce salto e si rimise in volo, pronta a tornare a casa e a rimettersi al lavoro.
Alfredo non seppe che direzione avesse preso quell’apina ma oggi, ogni volta che mangia delle fragole, pensa a lei, a sua nonna e alle meravigliose storie che da piccolo gli raccontava; un percorso educativo naturale e spontaneo attraverso storie che tante emozioni hanno suscitato e tante cose gli hanno insegnato; un modo affettuoso e familiare per imparare a rispettare la natura e i suoi piccoli e grandi ospiti. Noi compresi.
Ricorda l’episodio di quell’ape ed è felice di averla salvata, ma soprattutto oggi sa che è stata lei a salvare lui, e che ogni giorno continua a salvarlo.
Quando aveva 7 anni Alfredo non sapeva cosa significasse la parola “ecosistema”, ma oggi ne ha grande consapevolezza e sa che, senza api, tutto ciò a cui lui e noi siamo abituati potrebbe non essere uguale, a partire proprio dalle fragole e dal cibo sulle nostre tavole.
Alfredo, oggi, non è un astronauta (come spesso aveva desiderato diventare), non è nemmeno un geologo o un filosofo. Alfredo oggi è un economista, che ha scelto di non piegarsi agli interessi consumistici del sistema tradizionale. Alfredo oggi è un economista ed è anche un amante della natura, perché - proprio come gli è stato insegnato dalla nonna - sa che tutto è in equilibrio sulla terra e ognuno di noi può fare il proprio lavoro per permettere che questo equilibrio duri nel tempo.
Oggi le api e questo equilibrio sono in difficoltà e seriamente minacciati dalla nostra prepotente civiltà; è il momento giusto per ricordarsi che ognuno di noi è importante, ed è fondamentale così come è fondamentale continuare a educare le nuove e le sorde generazioni a essere rispettose di se stesse, degli altri e della natura che le circonda.
Ad Alfredo ci ha pensato la nonna, a qualcun altro potresti pensarci tu!
L’importanza dell’educazione per innescare una reale transizione ecologica.
Imparare dai giovani. In un mondo in cui lo sviluppo sostenibile è ancora lontano, i movimenti giovanili fanno scuola nell’agire con consapevolezza.