ARTE SELLA

Un bosco secolare dove natura e arte si fondono: sorprendentemente sassi, tronchi e foglie prendono vita

Quale lo spazio espositivo più adatto ad accogliere opere d’arte create con soli materiali naturali e che vogliano rappresentare la relazione uomo-ambiente? La Natura.
Quale l’unico artista capace di creare e continuare a forgiare nel tempo le sue opere? La Natura.
Cercavamo un museo, e abbiamo trovato un bosco. Cercavamo uno scalpello, un punteruolo, pennello e colori, e abbiamo trovato la pioggia, il vento, la neve, il muschio, le piante e i fiori.
Dal 1986, i prati e i boschi della Val di Sella, comune di Borgo Valsugana in Trentino, ospitano Arte Sella, un’esposizione permanente dedicata all’Art in Nature, una manifestazione internazionale di arte contemporanea, a cielo aperto.

Il progetto, nella sua forma sperimentale, nasce dall’idea di un gruppo di amici residenti che prova a immaginare di coniugare arte contemporanea e natura, dando il via a un periodo di contatti con istituzioni culturali locali, con la popolazione e con artisti, principalmente stranieri. Tre anni dopo nasce formalmente l’Associazione Arte Sella, sotto l’egida di Emanuele Montibeller, attuale direttore artistico. Si dota di un comitato esecutivo, uno staff e si moltiplicano i soci.

Arte Sella nasce dal desiderio di indagare e rappresentare la relazione uomo-natura attraverso il linguaggio potente e dirompente dell'arte.
Un esperimento coraggioso e lungimirante, teso a cogliere le meravigliose forme espressive della natura e a valorizzarle con l’occhio umano, che interpreta, plasma, forgia e restituisce alla natura stessa.

Sassi, rami, foglie, tronchi, terra sono le materie prime delle opere d'arte che rimangono sul posto, per fondersi con la natura.
Ad Arte Sella l’artista abbandona il ruolo di protagonista e si affianca alla natura, sua alleata nella creazione e nella conservazione dell’opera.
L’opera si inserisce nel contesto ambientale ed entra a pieno titolo a fare parte del ciclo vitale della natura, subendo gli stessi processi di degrado e trasformazione che le appartengono.
Molte opere sono vive, create con piante che crescendo vanno a modificare la forma e la struttura dell’opera stessa.

Un modo di fare arte che prende le distanze dai canoni artistici tradizionali, in uno spazio d’espressione lontano dalle logiche del mercato dell’arte e dei circuiti tradizionali atelier-galleria-museo. Non una semplice esposizione artistica, ma un vero e proprio processo creativo: un modello di interazione tra l’uomo e l’ambiente, civiltà e natura, in continua mutazione.

Una forma d’arte che celebra la piena sinergia tra uomo e ambiente stabilendone un nuovo equilibrio, quello estetico.
L’opera infatti nasce e cresce attraverso le mani dell’artista in un contesto di rispetto e armonia con il paesaggio circostante.
La natura viene interpretata nella sua essenza, plasmata dall’idea di rispetto e salvaguardia che l’uomo, l’artista, coltiva e vuole trasmettere con la sua arte.
Un messaggio importante di appartenenza e sensibilizzazione. La sublime esemplificazione del concetto di inclusione tra uomo e natura.
La galleria espositiva ha come fondale il bosco, per pavimento il terreno e l’unica illuminazione è quella del sole, e se vi volete fermare il tronco di un albero caduto potrà fare al caso vostro.

In questo percorso, è un gioco scorgere le presenze che vi sono disseminate; alcune ben visibili perché ai lati del sentiero, altre devono essere cercate e scoperte: grandi nidi di rami intrecciati che ricordano nascondigli fiabeschi, torri di tronchi, tracce appena visibili fatte di sassi e sterpi e fantasmi di lupi abitano il bosco e si fondono con esso.

Le opere si incontrano sul cammino; emergono dallo spazio naturale quasi all’improvviso, come accade per gli animali selvatici: mimetizzate fino a un momento prima, si mostrano allo sguardo del visitatore un attimo dopo.

Se pensate di trovare delle opere d’arte, vi imbatterete nella natura umanamente spettacolarizzata.
Se pensate di immergervi nelle bellezze della natura, verrete stupiti dall’arte.

Due sono i percorsi visitabili durante tutto l’anno, con orari di apertura che si adeguano alla variazione delle ore di luce nei diversi mesi. Lungo i percorsi sono visibili circa cinquanta opere.

Un primo percorso ha inizio presso Villa Strobele, una delle tante dimore storiche della valle. Presso il giardino della villa, luogo di nascita di Arte Sella, è visitabile una prima parte di opere, in particolare la sezione dedicata all’architettura: in questo luogo sono visibili le installazioni artistiche nate dalla collaborazione con architetti di fama internazionale – tra di essi Kengo Kuma, Eduardo Souto de Moura, Michele De Lucchi, Stefano Boeri – grazie alla partnership con il Politecnico di Milano.

Al termine della valle Arte Sella accoglie i propri visitatori presso l’Area di Malga Costa. L’edificio della malga, un tempo dedicato all’alpeggio, è ora sala espositiva e di concerti e attorno a esso si dipana un percorso che contiene alcune tra le opere più monumentali e note al grande pubblico, come Terzo Paradiso - La Trincea della Pace di Michelangelo Pistoletto, Simbiosi di Edoardo Tresoldi, Radice Comune di Henrique Oliveira, il Trabucco di Montagna di Arne Quinze.

E la Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri, l’opera forse più̀ rappresentativa, che ha segnato il momento di pieno riconoscimento del progetto di Arte Sella da parte della popolazione locale: ha le dimensioni di una vera cattedrale gotica composta da tre navate, formate da ottanta colonne di rami intrecciati alte dodici metri. All’interno di ognuna è stato messo a dimora un giovane carpino, destinato a crescere nel tempo e a chiudere la volta delle navate.

A ogni visita, l’opera è diversa. A seconda della stagione, della luce, di anno in anno… La mutazione del lavoro è continua, costante e soggetta alle condizioni atmosferiche e allo scorrere del tempo.

A volte, dove pensavamo di ritrovare alcuni lavori, è rimasta una zona verde e nulla più. Questo succede proprio quando la natura conclude il suo ciclo di vita e l’opera – per colpa degli agenti atmosferici, di una nevicata troppo forte o semplicemente per il passare del tempo viene inghiottita, nuovamente, dalla natura stessa.

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