Udinese Calcio:

la sostenibilità è un gioco di squadra

Intervista a Franco Collavino

L’Udinese è la squadra percepita come più sostenibile tra i club di calcio in Italia e al quarto posto in Europa.

Un primato sancito dal report Brand Finance Football Sustainability Perceptions Index 2023, che prende in considerazione le 3 principali metriche di sostenibilità univocamente riconosciute, ossia ambiente, sociale e governance.

In testa a questa speciale classifica ci sono i Reds di Liverpool, seguiti dagli spagnoli del Betis Siviglia e il Real Madrid. Poi l’Udinese, prima squadra italiana a comparire in lista, che - come altri club - ha aderito al programma delle Nazioni Unite “Sports for Climate Action”, dimostrando di raggiungere significativi risultati in tema di sostenibilità.

Abbiamo incontrato Franco Collavino, Direttore generale di Udinese Calcio.

Come nasce questa spinta così forte verso la sostenibilità?

«La sostenibilità per noi è sempre stata un valore a 360 gradi. È una vision che abbiamo applicato al nostro business model, per volontà della nostra proprietà, utilizzando un approccio manageriale applicato al calcio. Questo ci ha portato a diventare un modello virtuoso a livello internazionale, permettendoci di consolidarci ad alti livelli. Da questa attenzione generale alla sostenibilità, poi, nasce la sfida per l’ecosostenibilità. Abbiamo sempre creduto che il calcio debba essere un veicolo privilegiato di messaggi sociali positivi e quello per l’ambiente è urgentissimo. Come club, 4 anni fa, abbiamo percepito l’importanza di questo e abbiamo avviato una policy green, partendo dalla consapevolezza della centralità di questo valore per l’Udinese.»

Quali sono in concreto le azioni messe in atto in tal senso?

«Innanzitutto, abbiamo voluto che questa green policy fosse una condivisione di valori con i nostri partner, stimolandoli a intraprendere azioni concrete a tutela dell’ambiente e a intraprendere progetti comuni in tal senso.
Parallelamente, a livello marketing e commerciale, abbiamo avviato una selezione di nuovi partner concentrandoci miratamente sulla condivisione di questa visione sull’ecosostenibilità.
Tutti hanno risposto con grande entusiasmo e questo ci ha permesso di avviare una campagna concreta.
Al centro abbiamo messo la Dacia Arena che, da oltre 3 anni, utilizza, grazie al nostro partner Bluenergy, solo energia da fonti rinnovabili e a emissioni zero: questo è stato il primo passo verso l’obiettivo realistico di un Dacia Arena green e che ha già risparmiato oltre 2.500 tonnellate di emissioni di CO2. Al tempo stesso, grazie allo sponsor tecnico Macron, dal 2020 siamo il primo club brandizzato Macron al mondo a utilizzare maglie da gioco realizzate in tessuto ecosostenibile ricavato dal riciclo di bottiglie di plastica PET, con 13 bottigliette necessarie per realizzare una maglia.
Con il Consorzio del Prosciutto di San Daniele, inoltre, abbiamo dato vita recentemente a un grande evento alla Dacia Arena avente ad oggetto l’ecosostenibilità, tema sul quale anche loro sono molto impegnati. La nostra green policy non è circoscritta esclusivamente allo stadio, ma coinvolge tutta la vita del Club. Garantiamo concretamente la promozione di una maggiore responsabilità ambientale verso i nostri tifosi e non solo, e di un consumo sostenibile; al tempo stesso, ci impegniamo a ridurre l’impatto climatico degli eventi sportivi e a sostenere con la nostra comunicazione l’azione climatica.
Questi obiettivi e strategie fanno parte anche dei Goals 2030 della UEFA che si prefiggono di lavorare su questi 4 cardini: circular economy, climate & advocacy, event sustainability, infrastructure sustainability

Oltre alla sostenibilità ambientale, per quanto riguarda la sostenibilità sociale qual è il ruolo del Dacia Arena, la casa del team?

«Anche in questo caso il ruolo è centrale. Sono particolarmente felice di soffermarmi su questo aspetto della sostenibilità: abbiamo parlato di quella della governance e di quella ambientale, ma siamo egualmente impegnati per quella sociale.
Non è un caso, infatti, che il Ranking ESG nell’ambito del report Brand Finance Football Sustainability Perceptions Index ci abbia indicati come il club più sostenibile d’Italia e quarto al mondo dopo Liverpool, Real Madrid e Betis Siviglia. Il Parametro ESG, infatti, prende in considerazione la sostenibilità ambientale, quella sociale e quella della governance. Ciò evidenzia, come le dicevo, che la sostenibilità è un nostro valore fondante in ogni sua declinazione.
In quest’ottica, la Dacia Arena è stata concepita, sin dalla sua nascita, come un punto di riferimento per tutta la comunità, essendo viva 365 giorni all’anno con eventi oltre il calcio. Penso, ad esempio, che è stato il primo stadio d’Italia a diventare un hub vaccinale per il Covid oltre a un centro di raccolta di aiuti umanitari da destinare all’Ucraina e, parallelamente, ha ospitato eventi molto sentiti per il nostro territorio come il Graduation Day dell’Università di Udine, con oltre 5.000 presenti ad assistere alla proclamazione dei neolaureati. Come vede, il nostro stadio è punto di riferimento per il territorio e ci auguriamo che possa esserlo totalmente con il completamento del progetto “Stadio 2.0”, impantanato da anni nelle paludi burocratiche, che prevede l’utilizzo di oltre 20.000 metri quadrati di spazi da destinare a servizi per la comunità come un asilo nido, piscine e un centro medico. Tutto già progettato e senza l’utilizzo di denaro pubblico.
Inoltre, con la nostra ONLUS Udinese per la Vita, siamo vicini alle esigenze di realtà del territorio impegnate nella tutela delle fasce deboli o nell’assistenza a bambini e adulti diversamente abili, senza dimenticare l’impegno per l’uguaglianza evidenziato dall’utilizzo, in Udinese-Lazio del 21 maggio, di una speciale maglia arcobaleno per celebrare la Giornata mondiale contro omofobia, transfobia e bifobia del 17 maggio.»

Un team non è solo una squadra ma anche una comunità - composta dai tifosi e non solo. Come ricadono dunque queste scelte di sostenibilità sull'intera comunità?

«Non dobbiamo trascurare il ruolo che abbiamo nei confronti dei nostri tifosi e, soprattutto, verso quelli più giovani. Un’attenzione all’ambiente concreta e anche alle esigenze della società viene senz’altro amplificata dal calcio vista la sua popolarità. Vogliamo che i nostri tifosi e anche il territorio, del quale ci sentiamo ambasciatori privilegiati, percepiscano questi valori e si identifichino con essi.
Di sicuro il nostro lavoro ha portato dei benefici alla comunità, come dimostrato dal Ranking ESG ma anche dall’attenzione che hanno ricevuto Udine e il Friuli-Venezia Giulia, grazie al modello Udinese che si è affermato nel mondo e alla Dacia Arena che attrae la presenza di tanti visitatori e turisti che possono scoprire la nostra terra e i valori della nostra comunità.
È anche in questo modo che si percepisce l’importanza di questi messaggi: un club sostenibile è un club moderno e innovativo che si mantiene ad alti livelli, generando un circolo virtuoso che porta valore e lustro a tutta la comunità.»

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