I “patriarchi” pugliesi a rischio estinzione. Focus sul più importante patrimonio olivicolo italiano e azioni per tutelare la “stirpe” dalla storia millenaria.
Le impronte digitali sono la traccia lasciata dai dermatoglifi presenti sui polpastrelli delle mani, ovvero l’insieme delle creste e dei solchi cutanei che assumono forme diverse in ognuno di noi. Hanno la caratteristica di essere individuali, uniche e immutabili nel tempo. Ecco perché vengono usate come segno di riconoscimento personale.
A volte non ci rendiamo conto di quanto possano essere importanti e ricche di informazioni le nostre tracce. Non è un caso che si parli di impronta ecologica per misurare l’impatto dell’uomo nei confronti del pianeta e la quantità di risorse di cui ha bisogno. Per calcolarla si prendono in considerazione le abitudini di ciascuno di noi: scelte alimentari o abitative, di acquisto o mobilità; i rifiuti prodotti o la superficie di suolo occupato, l’energia consumata e la quantità di anidride carbonica emessa in atmosfera.
Perché abbiamo scelto “Identità” come parola della sostenibilità per questo nuovo numero di Innesti? Le risposte le trovate nei contributi degli autori e delle autrici che hanno riflettuto su come si costruiscono le identità personali e comunitarie, su come non esistano scelte che siano realmente individuali senza essere anche collettive o viceversa. Abbiamo voluto coinvolgere uomini e donne in grado di raccontare progetti e idee che ruotano attorno al concetto di identità, e come sempre lo hanno fatto con linguaggi diversi, raccontandoci anche molto di se stessi. Dunque potrebbe avere ragione il grande scrittore e poeta portoghese Josè Saramago quando diceva che “Sapere dove è l'identità è una domanda senza risposta.” A noi il compito di continuare a cercare.
I “patriarchi” pugliesi a rischio estinzione. Focus sul più importante patrimonio olivicolo italiano e azioni per tutelare la “stirpe” dalla storia millenaria.
Un progetto, una missione: promuovere cosmetici di qualità e sostenibili per contribuire alla salvaguardia delle api, dell’ambiente e della nostra stessa vita.
Dagli incontri tra amiche per lo scambio di beni inutilizzati alla fondazione della Onlus che sensibilizza a una cultura di responsabilità e tutela ambientale.
L’oro bianco, o nero, delle tavole che attraversa storie millenarie e si proietta al futuro: da “cibo delle streghe” a Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO.
Lenta lievitazione e inclusione. Con questi ingredienti i ragazzi autistici affiancano professionisti della ristorazione, riscattando vita privata e lavorativa.
Krèsios: nel “formicaio operoso” dello chef Giuseppe Iannotti la sostenibilità è di casa. Come la cucina stellata incontra la cultura identitaria del recupero.
I libri, maestri di liberazione interiore: aprono la gabbia dell’ego e guidano alla capacità di sentire gli altri, capire se stessi ed essere parte del tutto.
NATIVA, la prima B Corp certificata in Italia, spiega la rivoluzione del suo concetto di impresa. Perché la Terra parla alla coscienza dell’uomo industriale.
Il Green Drop Award premia i film che meglio interpretano i valori dell’ecologia. Tra cronaca, denuncia e profezia, tutta la forza del cinema ambientale.
Una parola, un monito ad agire. L’esempio di una delle prime giornaliste in Italia che, da oltre 20 anni, divulga tramite i mass media le tematiche ambientali.
Festival della Mente, la fucina di riflessioni multidisciplinari e attuali per un pubblico ampio e intergenerazionale. Perché il motore del mondo sono le idee!
Il benessere è circolare. Parola di un’executive coach, impegnata nel riaccendere le scintille degli animi umani per la costruzione di un mondo migliore.
Hanno collaborato in questo numero:
Ernesto Anderle / Roby il pettirosso, Paolo Di Cesare, Paola Di Feo, Nicola Di Noia, Diana de Marsanich, Eric Ezechieli, Marianne Fröberg, Marco Gisotti, Giuseppe Iannotti, Nicola Lagioia, Silvia Sassone, Monica Sozzi, Laura Zunica
Abbiamo conversato con:
Nico Acampora, Antonella Brancadoro