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Creatività e fantasia, idee, tempo e spazio di immaginazione. Queste sono le facoltà presenti in ciascuno di noi che regalano benessere e salute, contrariamente allo svolgimento di compiti secondari e ripetitivi.
L’Intelligenza artificiale arriva in nostro aiuto e, prima di tutto, libera del tempo per occuparci delle nostre emozioni che conducono impetuose verso le nostre migliori facoltà: l’immaginazione e la creazione, lasciando all’AI, il compito delle “grandi analisi” . Ce lo racconta Anna Tampieri, Dirigente di Ricerca del CNR. “Difficilmente la capacità inventiva e intuitiva dell’uomo potrà essere sostituita da una macchina per la formulazione di un’ idea che genera un’invenzione, ma certamente, l’intelligenza artificiale potrà potenziare l’idea umana per rendere ogni innovazione perfettibile e rapidamente trasformabile in prodotto grazie all’analisi e all’elaborazione di grandi quantità di dati” .
Quale migliore opportunità quindi per liberarci da scomodi e ripetitivi incarichi, da svolgere con un altissimo grado di precisione, occupandoci di ciò che invece ci consente di “restare umani”?
Eppure la tecnologia spaventa perché impone un cambiamento e un adattamento al quale non si è mai pronti. Gli effetti dell’intelligenza artificiale sono molto evidenti per tutti nelle loro parti di luce e ombra. Nella storia evolutiva dell’essere umano, la tecnologia è sempre stata lo strumento attraverso il quale la nostra specie ha cercato di rispondere a domande e bisogni. Oggi ci impone un passaggio ulteriore: restare connessi ai valori e alle intenzioni presenti alla radice delle nostre invenzioni. Pensare al futuro come promessa e non come minaccia.
Obiettivo di questo numero di INNESTI è quello di continuare a riflettere sull’intenzione come pilota del processo di Intelligenza Artificiale al servizio della nostra specie, ricordarci l’importanza dell’utilizzo dello spirito critico e delle nostre scelte quotidiane, fra cui quelle alimentari, essendo fra le più frequenti e fondamentali. Esse rappresentano il grande potere individuale di partecipazione al cambiamento. La centralità dell’intelligenza artificiale rimette paradossalmente al centro l’uomo, chiamato ad immaginare un futuro da protagonista, in cui il progresso sia al servizio della felicità della persona.
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Hanno collaborato in questo numero:
Monica Vecchi, Adua Villa
Abbiamo conversato con:
Petru Capatina, Stefano Galassi, Anna Giorgi, Henri Kunz, Diego Moreno, Charles Onu, Giovanni Saggio, Ivan Spasojevic, Serena Tabacchi, Anna Tampieri