Redazione interna

VERTICAL FARM: la tecnologia incontra l’agricoltura

La popolazione mondiale è in continua crescita e con essa la domanda di cibo. Diminuiscono, invece, suolo fertile e disponibilità di acqua. Il climate change non aiuta.

Una soluzione rivoluzionaria al potenziale critico di queste due tendenze sono le vertical farms, veri e propri edifici atti a ricreare le condizioni ambientali ideali per la crescita di varie tipologie di piante e ortaggi, che provano a reinserire nei centri urbani quella quota di produttività che, negli anni, è andata scomparendo.

Il vertical farming è un’idea innovativa di agricoltura urbana, un sistema connesso che coniuga avanguardia tecnologica, agricoltura e responsabilità sociale.

Tre le principali modalità di coltivazione:
- idroponica, la più diffusa, che consiste nell’irrorare le radici delle piante con una soluzione di acqua, minerali e sostanze nutritive;
- acquaponica, che combina agricoltura e allevamento ittico. Piante e pesci convivono nello stesso ambiente: le radici delle piante sfruttano le sostanze nutritive delle vasche che ospitano i pesci, e le piante purificano l’acqua per i pesci;
- aeroponica prevede la nebulizzazione delle piante con una soluzione di acqua e sostanze nutritive.

In ogni caso, è evidente l’impatto immediato sul risparmio idrico e di suolo. Il sistema di coltivazione è a ciclo chiuso e a spreco zero e limita al massimo la contaminazione da inquinanti e fattori esterni. Un ottimo sistema di autoproduzione a km 0!

Le vertical farms sono adatte a piante di taglia ridotta e a ciclo breve: i ripiani sono disposti a circa 30-40 cm di distanza gli uni dagli altri e cicli lunghi rischiano di aver ricadute sul costo energetico.

Il primo esempio di fattoria verticale italiana è stato presentato a Milano in occasione di Expo 2015, risultato della collaborazione tra ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), Agrimercati e l’Assessorato alla salute del comune lombardo: Skyland. Sempre in Italia, tra i più recenti c’è il progetto Planet Farms, che ha realizzato la più grande fattoria verticale europea a Cavenago di Brianza, alle porte di Milano.

L’idea imprenditoriale nasce da due amici d’infanzia, Luca Travaglini e Daniele Benatoff, che hanno sviluppato un sistema per coltivare ovunque, tutto l’anno, e in maniera ecosostenibile. Determinazione e visione strategica hanno portato alla virtuosa compenetrazione di innovazione, tecnologia e arte agricola per un modello di business che garantisce prodotti freschi e di alta qualità, sempre disponibili.

A oggi sono presenti nei punti vendita delle principali catene GDO cinque proposte di prodotto dal nome divertente e ironico: LATTUGOOD per il lattughino, YUMMIX Piccante, Orientale e Delicato per i mix di insalate, RUCOOL per la rucola, mentre recentemente è stato presentato PESTOOH, il pesto Planet Farms preparato con basilico coltivato da agricoltura verticale.

I valori ispirazionali di Planet Farms sono: Fresh Thinking, Innov-Azione, Responsabil-Mente, Crescere Con Gusto. Vengono condivisi appieno anche dai dipendenti che, grazie alla loro dedizione, passione e competenza, sono riusciti a posizionare Planet Farms tra le aziende italiane più attente al futuro del settore agroalimentare. I “Planet Farmers” si impegnano per rendere possibile il sogno di dar vita a un nuovo tipo di agricoltura: buona, sostenibile, salubre e alla portata di tutti.

Abbiamo avuto il piacere di avere un confronto diretto con Luca Travaglini, per rivolgergli alcune domande nate dall’incontro con la realtà di Planet Farms.

Nella coltivazione idroponica si tende a preferire la scelta di poche varietà di ortaggi selezionati, molto performanti e spesso ibridi: l’utilizzo delle serre verticali potrebbe contribuire a un ulteriore impoverimento della biodiversità e della nostra dieta?

<<Assolutamente no, anzi è proprio il contrario. In Planet Farms le piante ricevono il mix ideale di luce, calore, acqua e sali minerali, secondo cicli che rispettano la fisiologia della pianta. Inoltre, grazie all’assenza totale di nemici naturali, garantita dall’ambiente protetto delle stanze di crescita, non servono pesticidi o diserbanti ed è quindi possibile coltivare varietà vegetali con semi in purezza, non trattati chimicamente o geneticamente, che oggi sarebbe impossibile far crescere in campo aperto. Questo ci consente di salvaguardare la biodiversità delle piante, sia dentro sia fuori dallo stabilimento. In Planet Farms creiamo un ambiente ideale per far crescere semi puri e di ogni varietà, lasciando allo stesso tempo spazio esterno che potrebbe essere riportato al suo naturale ciclo agroforestale, favorendo così la biodiversità. Infine, il nostro è un prodotto ricco di gusto e di proprietà nutritive e adatto a tutti i regimi nutrizionali.>>

Al momento i costi di avviamento di una vertical farm sembrano molto elevati e di conseguenza anche i prodotti non riescono a essere economicamente competitivi sul mercato.

<<Il mondo Planet Farms è fatto di responsabilità e attenzione verso il consumatore: gran parte delle nostre energie, sia in termini economici sia di persone, vengono investite nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie che consentono un continuo miglioramento. I nostri prodotti, attualmente insalate e pesto fatto con basilico coltivato nel nostro stabilimento di Cavenago, sono di alta gamma sia in termini di valori nutrizionali sia di gusto e qualità e sono venduti nei supermercati a prezzi allineati con il mercato. Dentro ogni busta di insalata Planet Farms ci sono solo foglie di insalata che non sono state mai bagnate, né sono mai venute a contatto con l’acqua, per cui risultano più leggere, oltre ad avere una maggiore shelf life.>>

Possiamo pensare a un prossimo futuro in cui il vertical farming potrà offrirsi come alternativa percorribile per i Paesi aridi con suolo poco fertile e scarse risorse alimentari?

<<Il cambiamento climatico e la desertificazione mettono in pericolo molte produzioni agricole e il vertical farming rappresenta la soluzione più evoluta per produrre cibo ovunque nel mondo e il più vicino possibile ai consumatori. Il sistema di coltivazione messo a punto da Planet Farms consente di risparmiare acqua e suolo e di produrre 365 giorni all’anno, indipendentemente dagli effetti climatici. Nel nostro stabilimento di Cavenago, l'acqua e i sali minerali che non vengono assorbiti dalle colture vengono reintegrati e rimessi in circolo. Solo l’acqua necessaria alle piante, né più né meno, viene assorbita dall’apparato radicale e realmente consumata, e questo comporta una riduzione di oltre il 95% del consumo di acqua rispetto ai tradizionali processi di coltivazione e produzione. Possiamo affermare anche di avere un grande risparmio di terreno: la coltivazione su più livelli infatti consente di risparmiare oltre il 90% del suolo. I campi possono essere quindi restituiti al loro habitat naturale favorendo la biodiversità.>>

Assenza di insetti, assenza di impollinazione naturale: non stiamo andando in senso opposto alla natura e verso ulteriore antropomorfizzazione di processi spontanei? Quale l’impatto ambientale dell’avvio di una vertical farm?

<<L’intenzione di Planet Farms non è quella di andare in senso opposto alla natura, bensì di osservarla e metterle a disposizione delle risorse ulteriori. Da sempre l’uomo ha cercato di sfruttare le risorse naturali secondo le sue necessità, occupando terre, inquinando la terra e l’aria con sostanze tossiche – in primis i pesticidi – per permettere alle piante di crescere in modo più produttivo. Molte di queste sostanze sono attualmente una delle principali cause di morte di tanti insetti impollinatori, fondamentali per l’equilibrio degli ecosistemi. Grazie alla tecnologia di Planet Farms è possibile fare a meno dei pesticidi e ridare spazio a terre rese infertili, riconsegnandole al loro equilibrio ecosistemico, necessario per la sopravvivenza del pianeta e della specie umana.>>

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