Tra il mare e la terra

“Io sono nato in Sicilia e lì l’uomo nasce isola nell’isola e rimane tale fino alla morte, anche vivendo lontano dall’aspra terra natìa circondata dal mare immenso e geloso.”
Luigi Pirandello descriveva così il suo rapporto con la Sicilia, terra in cui sono nato e cresciuto.

Ho sempre percepito una strana connessione con la mia isola, oltre la normalità, un legame selvaggio, arcaico, qualcosa che si tramanda da centinaia di anni.

Tra il mare e la terra ho vissuto l’età più bella: l’adolescenza. Il periodo più spensierato della vita di ogni ragazzo e soprattutto, per chi vive lì, a contatto con la natura. Bagnata dal Mediterraneo, l’isola mi ha stregato con le sue meraviglie e il suo mare, tanto da spingermi, con il passare degli anni, a documentare tutto ciò che vedevano i miei occhi.

Mi chiamo Marco Spinelli, oggi vivo a Milano e sono un fotografo e documentarista con un’attenzione alla salvaguardia dell’ambiente. Mi dedico principalmente a temi riguardanti la tutela, conservazione e sensibilizzazione degli ecosistemi, in particolare di quelli marini.

La passione per il mare nasce da bambino, grazie alla mia famiglia. Ho imparato a nuotare con mio padre e mio fratello e immediatamente ho sentito la necessità di esplorare quel mondo nascosto. Penso che l’uomo cerchi il mare perché è capace di riflettere le emozioni e dare conforto.

Negli ultimi anni mi sono specializzato nella realizzazione di documentari “subacquei”.

Raccontare il “mondo del silenzio” è un bisogno, qualcosa che sento dentro e che mi dà la possibilità di connettermi con l’elemento primordiale per eccellenza: l’acqua.

L'acqua ci induce a rallentare i nostri ritmi, ad ascoltare in silenzio le emozioni e le sensazioni del nostro corpo, riportandoci alle origini, in altre parole a una situazione assolutamente naturale senza condizionamenti esterni.

Sono convinto che se ognuno di noi si concedesse degli spazi di relazione immersiva con la natura e i suoi ambienti potrebbe sperimentare momenti di vera connessione con il nostro pianeta e vivere le emozioni che valgono più di qualsiasi educazione o sensibilizzazione alla sostenibilità ambientale.

L'acqua favorisce le relazioni e la comunicazione, perché in essa ci sentiamo più liberi, cambia il nostro concetto di spazialità e siamo più portati alla condivisione. Immergermi ed esplorare i fondali dei mari mi ha permesso di scoprire le bellezze infinite del nostro pianeta.

Le fotografie e i video sono tracce del passato, testimoni della realtà e speranza di conservazione per il futuro; proprio per questo motivo, attraverso la mia fotocamera, cerco di raccontare tutto ciò che vivo affinché possa arrivare alle persone così come l’ho vissuto personalmente in quel preciso momento.

Ma non tutto lì sotto brilla…

 

In questi ultimi anni ho avuto la possibilità di viaggiare e documentare ciò che l’uomo sta causando al nostro pianeta, in particolar modo agli oceani.

In base ai dati UNEP - il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente - solo il 15% dei rifiuti marini galleggia sulla superficie marittima, un altro 15% rimane nella colonna d'acqua e il 70% poggia sui fondali.

Con amarezza abbiamo constatato tutte queste percentuali.

Lo scorso anno, durante un’immersione in Sicilia, abbiamo fatto una scoperta raccapricciante: la secca più importante del golfo di Cefalù era completamente ricoperta da reti abbandonate, le cosiddette reti fantasma.

I fondali dei nostri mari e soprattutto del Mar Mediterraneo sono pieni di reti da pesca abbandonate o perse accidentalmente che costituiscono una minaccia per gli ecosistemi marini: un pericolo per la fauna marina perché gli animali rimangono intrappolati e soffocano.

Ogni anno, negli oceani, secondo i rapporti annuali UNEP vengono abbandonate 640mila tonnellate di reti da pesca e i dati sono in aumento. Migliaia di metri quadrati di reti da pesca abbandonate sono disseminate in aree sempre più vaste dei nostri fondali, provocando una crescente forma di desertificazione degli ecosistemi marini.

Questo è solo uno dei tantissimi problemi che affliggono i nostri mari. L’uomo ha modificato la composizione chimica dell’aria che respiriamo, il suolo, le rocce, gli oceani, l’atmosfera. Stiamo distruggendo tutto ciò che ci circonda.

Con i miei documentari cerco di sensibilizzare le persone affinché possano fare il primo passo verso la giusta direzione.

E continuo a immergermi, e più mi immergo più mi innamoro del mare e sento quel primordiale bisogno di documentare la bellezza con cui dobbiamo tornare a connetterci, per salvaguardarla.

share:

Articoli collegati

Vertical farm: la tecnologia incontra l’agricoltura

Planet Farms, il progetto rivoluzionario che risponde con sostenibilità e innovazione alla scarsità di suolo fertile e di acqua.

Custodi di biodiversità

Tutela del suolo e corretta gestione delle risorse idriche: la strategia CONAF che coniuga scienza, agricoltura ed ecologia a salvaguardia del pianeta.

Lasciati ispirare da tutte le prossime storie di sostenibilità: rimani aggiornato sui nuovi numeri!

Iscriviti alla newsletter per ricevere mensilmente i contenuti di Innesti.

N° 8

connessioni

Non è tanto essere piccoli o essere lontani, essere diversi o essere pochi: quel che conta è essere connessi.
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram