LifeGate,
da due decenni
un laboratorio
di sostenibilità

Oggi la sostenibilità è una presenza fissa nelle strategie aziendali, nei programmi elettorali, nei grandi eventi. Appena due decenni fa, la consapevolezza era ben più embrionale.

Il concetto esisteva già, dal 1987 per la precisione, ma per lungo tempo a interessarsene era stata soltanto una ridotta nicchia di appassionati. A un primo sguardo, lo sviluppo sostenibile sembrava un’utopia; il tempo ha dimostrato che è la strada obbligata per garantire un futuro al pianeta e a chi lo abita.

Proprio 22 anni fa, il 28 aprile 2000, nasceva LifeGate.
Dopo l’esperienza di successo di Fattoria Scaldasole, la prima azienda a portare un prodotto biologico nella grande distribuzione, la famiglia Roveda aveva deciso di scommettere su un progetto nuovo, stavolta editoriale.
Da allora, l’obiettivo è stato sempre lo stesso: informare e risvegliare le coscienze per diffondere il modello di sviluppo sostenibile. Gli strumenti, invece, sono cambiati.

Tutto è iniziato con il network di informazione formato dal sito web, dalla radio FM e da un magazine cartaceo, per poi lanciare il portale internazionale con una redazione diffusa in quattro continenti.
Un racconto che è stato arricchito con una fitta attività editoriale sui social network, fino a raggiungere una community di 5 milioni di persone.

In sintesi, da una comunicazione unidirezionale si è passati a un dialogo costante con le persone, proprio nei canali che frequentano ogni giorno. Canali che si evolvono, con la rapidità e il dinamismo propri del digitale. Così al primo presidio digitale, Facebook, si è affiancato Instagram, sempre più versatile; il mood scanzonato e i ritmi frenetici di TikTok sono fatti apposta per la Generazione Z, mentre LinkedIn è il terreno d'elezione per i contenuti di carattere professionale.

L'esperienza maturata con la radio ha trovato nuovi linguaggi e nuovi orizzonti con i podcast: a maggio ha fatto il suo debutto News dal pianeta Terra, una selezione di tre notizie con cui iniziare la giornata.

La storia di LifeGate insegna che la sostenibilità si può raccontare in tanti modi e con tanti linguaggi. In un gioco di equilibri tra la necessità di semplificare concetti complessi, per farli comprendere a un pubblico più vasto possibile, e quella di tenere fede al rigore scientifico, quanto mai necessario in un panorama in cui le fake news proliferano fin troppo facilmente.

Per essere credibili però non basta comunicare, bisogna anche agire.

Nel 2000 abbiamo lanciato Impatto Zero, il primo progetto italiano che concretizza il Protocollo di Kyoto attraverso il calcolo, la riduzione dell’impatto ambientale e la compensazione delle emissioni di CO2 generate da prodotti, eventi, organizzazioni e persone. In questi due decenni, il sistema ha contribuito alla riqualificazione e riforestazione di oltre 100 milioni di metri quadri di foreste.

A questa iniziativa se ne sono affiancate molte altre, come Bee my Future per la tutela delle api, Foreste in Piedi nell'Amazzonia brasiliana e PlasticLess, per la pulizia dei mari dalla plastica galleggiante attraverso tecnologie pionieristiche.

Tante attività diverse che vengono condivise ogni giorno con la community, in un'ottica di contaminazione positiva.

La stessa che di recente ha portato alla nascita di due nuove iniziative: LifeGate Edu, la prima piattaforma di e-learning interamente dedicata alla sostenibilità, e LifeGate Way, il primo ecosistema dedicato a supportare e connettere startup sostenibili basate sulla triade People, Planet, Profit.

Perché per costruire un futuro verde servono competenze, tecnologie, strategie chiare e strutturate, condite da quel pizzico di entusiasmo che dà il coraggio di cambiare.

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