Redazione interna

UN PICCOLO CAMBIAMENTO INDIVIDUALE PER GRANDI RISULTATI GLOBALI

L’UNEP (United Nations Environment Programme) è il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, istituito dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1972.
L’UNEP monitora costantemente l’evoluzione di pratiche e azioni che danneggiano l’ambiente a livello mondiale e pubblica un rapporto annuale che fotografa la situazione: il Food Waste Index Report.

Il Rapporto 2021 è dedicato all’analisi dell’impatto dello spreco alimentare sull’ecosistema, e sono dati preoccupanti.
Le stime ci dicono infatti che una percentuale tra l’8 e il 10% delle emissioni di gas serra globali è legata allo spreco alimentare. Ogni anno circa il 17% del cibo coltivato, finalizzato e venduto viene buttato. Il 61% dello spreco avviene tra le mura domestiche, il 26% lungo la filiera e il 13% nella distribuzione.

Una raccolta dei dati, puntuale e approfondita, è sicuramente parte di una strategia lungimirante per combattere lo spreco alimentare. Solo conoscendo bene il fenomeno è possibile pianificare e creare programmi di azione mirati.
Altrettanto importante è il grado di consapevolezza rispetto al fenomeno.

ANNE-MARIE BONNEAU

Ci siamo rivolti così ad Anne-Marie Bonneau, mamma e chef-blogger americana convinta che la cucina sostenibile sia possibile per ogni famiglia, per tutti; così ha smesso di comprare generi alimentari confezionati e ora produce da sola molti alimenti.
E oltre che una missione ne ha fatto un messaggio da diffondere.

Nel 2014 ha avviato Zero-Waste Chef, un blog per fornire consigli utili su come evitare gli sprechi in cucina. In poco tempo, attraverso i social ha raggiunto oltre 187.000 follower su Instagram e più di 44.000 su Facebook. The Zero Waste Chef: Plant-Forward Recipes and Tips for a Sustainable Kitchen and Planet è il libro che raccoglie e ordina tutti questi consigli per presentare un vero e proprio progetto di cucina sostenibile. Pubblicato ad aprile 2021, ce lo siamo procurati subito e letto con interesse e crescente curiosità.

Anne-Marie Bonneau propone ai suoi lettori suggerimenti per sprecare di meno in cucina, indicando semplici trucchi per adottare uno stile di vita più attento all'ambiente. Nel suo blog troviamo ricette vegane e vegetariane per cucinare con gli scarti, consigli su come creare alimenti fermentati e consigli su cosa fare con gli ingredienti avanzati - come ketchup da zero e limoni conservati - o semplicemente capovolgere un piatto sopra gli avanzi piuttosto che usare la pellicola per mantenerli freschi nel frigo.
E ancora, yogurt con i fermenti lattici, pane a lievitazione naturale, aceto di vino bianco o rosso dal sapore delicato o intenso. Per passare poi a un secondo livello, in cui possiamo imparare a utilizzare il pane raffermo come ingrediente per un ottimo budino al cioccolato, oppure dare nuova vita ad alcune verdure appassite realizzando con esse un prelibato pesto e utilizzare le bucce avanzate dalla preparazione di un crumble di mele, per fare l’aceto.

Oltre a tempo e denaro, ogni risparmio alimentare porta con sé anche una riduzione degli sprechi di imballaggi.

LA PRIMA COSA DA FARE è UNO SFORZO MENTALE

Anne-Marie sa bene che per molte persone il cibo è parte di una cultura ben sedimentata: abitudini e tradizioni difficili da modificare, convinzioni e pratiche, più o meno fondate, che scavano nel profondo di un’eredità culinaria radicata nel patrimonio gastronomico personale, locale, nazionale.
Proprio per questo motivo non si deve passare attraverso l’imposizione, ma attraverso suggerimenti per un diverso stile di vita che sia “zero rifiuti”, che aiuti l’ambiente, la salute e a risparmiare denaro. Perché basterebbe che tutti facessimo già solo il 20% di ciò che sarebbe necessario per aver un ottimo effetto sull’impatto ambientale.

  • Anne-Marie, quali sono a tuo avviso le principali resistenze della popolazione verso una cucina a meno spreco?

“Penso che la gente sia troppo preoccupata del fatto che ridurre gli sprechi sia faticoso. Ma mangiare tutto il cibo che compriamo non è un lavoro, e può rivelarsi anche meno impegnativo di quanto si immagini. A partire dal fatto che sprecare meno significa anche risparmiare denaro e risparmiare tempo, quello necessario per fare viaggi extra al negozio di alimentari.
Oltre a tempo e denaro, ogni risparmio alimentare porta con sé anche una riduzione degli sprechi di imballaggi, quelli che con ogni probabilità contenevano gli alimenti buttati.

L’ostacolo più difficile da superare è la comune resistenza al cambiamento, che tutti noi abbiamo. Anche se il cambiamento porta a un miglioramento.
Ma vi garantisco che, una volta innescato questo cambiamento, nessuno torna più indietro, e non lo fa non solo per una nuova
resistenza, ma perché fa sentire meglio noi, la nostra coscienza e anche il nostro portafoglio!

Lo “zero” in “zero rifiuti” è solo un obiettivo ideale. In realtà probabilmente non lo si raggiunge mai, e va bene comunque.

Spesso le persone si preoccupano anche di dover raggiungere la perfezione. Ma lo "zero" in "zero rifiuti" è solo un obiettivo ideale. In realtà probabilmente non lo si raggiunge mai, e va bene comunque. L’obiettivo reale è quello di provare.

Sicuramente la fatica maggiore la faranno le persone molto impegnate, chi lavora molto. A volte manca il tempo anche solo per arrivare ad apparecchiare e portare il cibo in tavola, e allora facilmente quel cibo è fast food o cibo già di terza o quarta gamma (altamente trasformato). Le porzioni spesso sono molto abbondanti e confezionate in packaging multistrato e monouso. Abbiamo bisogno dunque di una società più equilibrata in cui le persone abbiano il tempo di prendersi cura delle proprie famiglie. La sostenibilità sociale è alla base della lotta allo spreco alimentare.”

  • Possiamo definirti più una appassionata di cibo o di sostenibilità?

“Questa è una domanda molto difficile! Il sistema alimentare industriale è una delle cose peggiori, forse la peggiore, che abbiamo fatto a questo pianeta. Quindi cibo e ambiente sono indissolubilmente legati. Se ami l’uno non puoi non amare l’altro.
Possiamo fare tanto per rigenerare la nostra terra, smantellando il nostro sistema alimentare industriale e sostituendolo con un sistema decentralizzato fatto di molti produttori locali al posto del monopolio moderno fatto da una manciata di corporazioni che controllano quasi tutto ciò che trovi in ​​un supermercato.”

  • Fra tutte, quali secondo te alcune semplici buone pratiche antispreco, che potrebbero subito portare grandi risultati?

“Lo spreco alimentare è un problema grave ed enorme. Secondo il Food Waste Index delle Nazioni Unite, in tutto il mondo, circa un terzo del cibo che produciamo e cuciniamo non viene consumato e le famiglie hanno un grande ruolo in questo crimine verso il cibo.
Quindi questo è un ottimo punto di partenza: cominciamo a consumare tutto ciò che abbiamo preparato, cucinato e messo a tavola. Questo impegno avrà un effetto immediato di risparmio, e ci aiuterà a diventare più creativi, scoprendo ricette, reimpiattamenti, riciclo di pietanze che sicuramente ci renderà cuochi migliori sotto tutti i punti di vista.”

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