Versatile e riciclabile, il sughero si rivela eroe ecologico: da isolante a icona di moda, trasforma spazi e stili con naturalezza.
Siamo sovraccaricati di contenuti reali e artificiali, ma quando la fotografia e i video sono approcciati con profonda connessione con noi stessi e quando la fotografia è sincera, il pubblico riceve un richiamo ancestrale capace di portare fuori le sue dimensioni più silenziose.
La fotografia è lo specchio dell’anima, delle nostre emozioni più belle, dei nostri viaggi, incontri ma anche delle nostre, meno gradite, sofferenze.
Fare fotografia significa mostrare tutto questo, è, prima di tutto, ricerca dentro noi stessi.
Nella mia vita la fotografia e il video sono cresciuti lentamente, mi appassionai tra i banchi di scuola a questa tipologia di comunicazione, quando stavo per diplomarmi e per un progetto scolastico fotografai la primavera con una vecchia camera di mio zio Angelo, il figlio di mio nonno. Era un inizio, un interesse come tanti.
Poi, come spesso accade, le cose si amplificarono e senza farci caso mi trovai a scattare in locali, matrimoni, aziende, ma sempre con un obiettivo chiaro: parlare della natura e trascorrere più tempo che potevo in sua compagnia. La mia vocazione si è quindi ramificata in più progetti di comunicazione aziendale, artistici e ambientali, oggi lavoro con aziende, enti e festival per progetti sociali, artistici e culturali.
Dal 2016 realizzo un progetto autonomo sull’Artico di nome Arctic Visions che si pone l’obiettivo di raccontare tramite la fotografia e video uno degli habitat più delicati e a rischio del pianeta: l’Artico.
Ad oggi il mio percorso dentro alla “natura artica” mi ha condotto in Islanda, Finlandia, Norvegia, Alaska, dove sono stato ospitato da una famiglia inuit, Svalbard e nel nord della Groenlandia. Ho cercato di portare al pubblico scatti di una bellezza spesso irraggiungibile e difficilmente documentabile. Avvicinare le persone a questi ambienti, così distanti dal nostro quotidiano, mi ha consentito di renderli più familiari.
Questa zona del pianeta è particolarmente significativa per me, è un forte richiamo a tornare all’essenzialità della vita, a riconoscere la forza unica della natura con la luce più bella di sempre. A volte è stato molto difficile, mi è capitato di rimanere bloccato in un villaggio locale in cui ho sperimentato una dimensione umana di precarietà che non avevo mai provato, un silenzio ultraterreno interrotto solo dall’ululato dei cani, immerso in lande dall’orizzonte infinito e desolato. Ho vissuto l’incontro, in Alaska, con un orso bianco, e le prime luci dopo tante ore di buio.
All’interno di un contesto locale invece, insieme a mio nonno, ho creato un progetto di documentazione sugli alberi monumentali iconici della Romagna. Dopo sette anni di cammini notturni in compagnia delle stelle, del silenzio e della magia della mia terra è nato nel 2022 un libro d’arte, Ottantuno, realizzato con NutsForLife. In questo libro i protagonisti sono gli alberi secolari ritratti durante la loro vita notturna.
Fare fotografia e video è sempre stata una necessità. Sono passato dal documentare la natura nella sua bellezza a raccontare il dialogo con chi la vive. Cerco di trasmettere gli aspetti antropologici della terra stessa, il suo rapporto con chi la abita.
Conoscere per amare e proteggere. Cerco di fotografare con una chiave artistica, nonostante il mio primo approccio fosse prevalentemente di reportage. La natura, se sappiamo ascoltarla, parla continuamente a chi la osserva. Da lei impariamo a riconoscere le nostre origini, è testimone della relazione con le generazioni che ci hanno preceduto.
Le ramificazioni di Ottantuno e Arctic Visions, due progetti personali a cui tengo molto, sono arrivate lontano e mi hanno condotto in luoghi inaspettati: sono stato ospite alla trasmissione Geo, ho partecipato come artista al Festival di Parigi “Circulation(s)”, alle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, al Panoramic Festival di Barcellona, ad una spedizione sui cambiamenti climatici in Groenlandia per 3B Meteo. Insieme al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi realizzo workshop fotografici immersivi ed esclusivi in natura.
Questi progetti, come messaggeri della voce della natura, hanno visto la loro presenza su molti media fino ad arrivare ad un premio al Tokyo foto Awards con Lost in Grønland, l’ultima collezione di Arctic Visions.
La natura è casa nostra, la fotografia e il video sono i mezzi che ho scelto per raccontarla, se le consentiamo di parlare ha tanto da dirci e inaspettatamente ci condurrà dentro noi stessi, ricordandoci chi siamo davvero. La ramificazione più importante del mio lavoro è la possibilità di “far parlare la natura”, lei offre uno sguardo privilegiato sulla vita e sulla sua essenzialità, una base importante per la sostenibilità della vita di tutti noi, forse è stato questo che mi ha portato a volerla vivere sempre di più, anche più di quanto avrei immaginato.
Images Credits:
© Isacco Emiliani
Versatile e riciclabile, il sughero si rivela eroe ecologico: da isolante a icona di moda, trasforma spazi e stili con naturalezza.
Stefano Mancuso, con il suo libro 'Fitopolis', ci invita a immaginare città ispirate a modelli già presenti in natura.