Fondazione Lene Thun usa la ceramica per portare speranza e gioia ai bambini ospedalizzati, fondendo arte e cura.
“Noi sogniamo una comunità libera, ove la dimora dell’uomo non sia in conflitto né con la natura, né con la bellezza e ove ognuno possa andare incontro con gioia al suo lavoro e alla sua missione.”
Adriano Olivetti
La carriera di mio nonno a fianco di Adriano e Roberto Olivetti ha abbracciato più di mezzo secolo, e non è stata semplicemente un percorso lavorativo, ma un vero e proprio ethos e stile di vita che ha sapientemente trasmesso a figli e nipoti, creando un'eredità duratura. Sono stata cresciuta ed educata ai valori del prolifico movimento di architettura sociale e organica di metà del 900 di cui Olivetti è stato al centro, insieme alla sua mitica rivista “Comunità”, punto di riferimento per architetti, pianificatori e paesaggisti dedicati alla ricerca del rapporto essere umano-ambiente, costruito e naturale.
Nel tempo, ho maturato la consapevolezza che l'ambiente modella le nostre funzioni fisiche, emozioni, pensieri e comportamenti, i quali, a loro volta, modellano l'ambiente.
La mia passione per il rapporto sinergico tra ambiente interno ed esterno mi ha portata a fare della scienza applicata che se ne occupa - la psicologia ambientale - la mia professione.
Al centro del mio lavoro e missione c’è la biofilia, il legame innato che ogni essere umano ha con la natura. Il biophilic design, o progettazione biofilica, è la metodologia pratica con cui veicolo in modo concreto la biofilia. Attraverso i suoi principi e strumenti siamo in grado di progettare qualunque ambiente di vita, dal micro design di prodotto alla macro scala di una città, purché soddisfi i profondi bisogni psico-biologici naturali che ciascuno di noi ha e deve poter soddisfare.
Passiamo gran parte del nostro tempo, quasi il 90%, in spazi chiusi che spesso non sono salutari.
A volte, la qualità dell'aria all'interno può essere addirittura peggiore di quella esterna a causa degli inquinanti. L'uso improprio della luce artificiale e l'adozione di colori e materiali sintetici non contribuiscono a creare un ambiente ottimale. Progettare tenendo conto del nostro bisogno innato di connessione con la natura può migliorare significativamente la nostra esperienza negli edifici.
Il biophilic design incorpora elementi naturali nell'ambiente costruito, portando l’esterno all’interno, per migliorare il benessere e la salute umana.
Possiamo sintetizzare in poche caratteristiche sostanziali le linee guida di questa disciplina che mira a ristabilire il legame tra individuo e natura negli ambienti costruiti.
Includere elementi come piante, acqua, luce naturale o materiali che ricordano la natura (legno, pietra), per creare un collegamento diretto con l'ambiente esterno, promuove una sana interazione tra persone e natura, incoraggiando un senso ampliato di relazione e responsabilità per le comunità umane e naturali;
Adottare forme, pattern e texture ispirati alla natura nelle strutture e nei design degli interni per evocare una sensazione di connessione con gli ecosistemi.
Emulare il genio della natura contempla anche una componente etica di sviluppo sostenibile, ed è ciò di cui si occupa la biomimesi. O meglio la biomimicry;
Il focus sulla luce naturale è fondamentale: massimizzare l'uso della luce solare attraverso la progettazione degli spazi, come l'orientamento degli edifici e l'uso di materiali traslucidi, riflettenti o trasparenti, migliora umore, sonno e produttività;
In un progetto di biophilic design non possono inoltre mancare gli spazi verdi integrati. Creare giardini, cortili o pareti verdi significa offrire spazi di riposo e rigenerazione, aumentando la biodiversità e migliorando la connessione con il proprio ecosistema;
È infine vitale progettare gli spazi in modo tale che gli occupanti abbiano una vista sull'esterno, preferibilmente su paesaggi naturali o aree verdi, un orizzonte di distrazione che riduce lo stress e migliora il benessere mentale, innescando la rigenerazione psico-fisica.
“Di fronte al golfo più singolare del mondo, questa fabbrica si è elevata in rispetto della bellezza dei luoghi e affinché la bellezza fosse di conforto nel lavoro di ogni giorno.”
Dal discorso inaugurale di Adriano Olivetti per la fabbrica di Pozzuoli che accoglieva 1.300 persone tra operai e impiegati.
Olivetti aveva intuito tutto questo e lo ha portato concretamente nelle sue fabbriche. Come nel caso del Comprensorio industriale di Pozzuoli, oggi luogo FAI e considerato lo stabilimento industriale più bello del Paese. La sua connessione all’ecosistema locale, la luce naturale e le ampie prospettive, sono i pattern biofilici caratterizzanti di questa fabbrica, che unisce interno-ed-esterno, e dove funzionalità, bellezza e natura coesistono armoniosamente.
La comunità scientifica ha ampiamente dimostrato che l’ambiente costruito sia in grado di connettere efficacemente chi lo vive con la natura, stimola la biofilia, che a sua volta promuove un circolo virtuoso di atteggiamenti e comportamenti a favore dell’ambiente stesso. In altre parole, implementare una “biofilia di fabbrica” porta metaforicamente alla “fabbrica di biofilia”, promuovendo la connessione con la natura, la sua cura ed il benessere e produttività di chi vi lavora.
Grazie alla mia esperienza familiare, ho compreso il grande potere trasformativo che può svolgere l’ambiente lavorativo, in grado di far crescere i propri dipendenti, penetrando nelle loro famiglie a livello intergenerazionale, e ramificandosi nella società, trasformandola dunque nello spazio e nel tempo.
Un effetto positivo che può moltiplicarsi all'infinito, anche perché è caratteristica peculiare della psicologia ambientale, della biofilia e del biophilic design, la loro natura interdisciplinare.
L’ambiente riguarda infatti ogni aspetto della vita umana.
Ogni ambiente è uno scambio di energia.
Siamo mente e corpo costantemente e profondamente modellati dall’ambiente fisico. Noi stessi siamo ambiente per un numero di microrganismi che vivono dentro di noi superiore a quello delle nostre cellule.
La biofilia pratica, dunque, è una disciplina senza confini, che ha ramificazioni con tutti gli ambiti di vita ed attività umane. Attraverso la sua applicazione, è possibile elevare la qualità delle discipline con cui si interseca, così come le stesse discipline la elevano. Coltivare la biofilia significa promuovere una rigenerazione profonda, interna-ed-esterna.
“Amo gli alberi. Sono come noi.
Radici per terra e testa verso il cielo.”
Erri De Luca
Images Credits:
© Archivio Olivetti
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