“L’uomo è frutto del lavoro 
del bambino”

(M. Montessori, Come educare il potenziale umano, 1970)


“Il bambino è costruttore dell’uomo, e non esiste uomo che non
sia stato formato dal bambino che egli era una volta.”

(M. Montessori, La mente del bambino, 1952)

La solidarietà che unisce nello spazio e nel tempo gli esseri umani riconosce nell’interdipendenza una regola universale della vita sulla Terra.
La visione unitaria di “Kosmos” - inteso come ordine e armonia - guida Montessori a identificare per ogni essere vivente un compito cosmico ben contrapposto alla soddisfazione utilitaristica individuale: il fine ultimo è la creazione di un mondo di pace, consapevoli del senso di gratitudine reciproca che ne deriva.
È la storia degli antieroi, degli uomini comuni, che tessono le fila del domani.

L’educazione cosmica considera insieme tutti gli aspetti della persona e corrisponde al secondo piano di sviluppo, quello che riguarda il bambino dai 6 agli 11 anni, e nello stesso tempo coglie l’immagine che Montessori ha del Mondo, la sua visione della vita. Diventando fondamentali i rapporti di interdipendenza e le relazioni, ecco che la cosmica è interrelazione tra le varie discipline perché la complessità e lo sviluppo dell’essere umano sono inscindibili da ciò che lo circonda.

“L’armonia della natura è raggiunta con lo sforzo dei viventi, che eseguono ciascuno il proprio compito finalizzato alla costruzione e al mantenimento di comunità sostenibili.”

(M. Montessori, La mente del bambino, 1952)

Avere una visione cosmica significa riflettere sul concetto di un ambiente rispondente alle esigenze dell’uomo, un ambiente che è un insieme complesso di fenomeni che mutano nel tempo e che sono anche dettati da leggi fisiche, chimiche, biologiche, sociologiche… L’uomo fa parte di questo ambiente e ne diventa soggetto attivo, l’unico ad avere consapevolezza delle proprie azioni.

Nel piano cosmico tutti gli elementi, consciamente o inconsciamente, hanno un compito: il bambino deve esserne reso partecipe affinché persegua la scienza della pace e rispetti la Vita in ogni sua manifestazione.

“… questo è proprio il periodo nel quale possono essere gettati i semi di ogni cosa, perché la mente del bambino è come un campo fertile, pronto a ricevere quello che germinerà poi in forma di cultura.”

(M. Montessori, Come educare il potenziale umano, 1970, ed. Garzanti)

Il progetto educativo montessoriano estende questo senso di gratitudine al mondo intero, esseri viventi e non viventi, in un ambiente dove il bambino è protagonista di un agito che contribuisce con responsabilità al destino di tutti.

Ecco che appare il concetto di società per coesione, che sorge grazie alla cooperazione. Il bambino è consapevole che le sue azioni determinano equilibri e disequilibri e si avvia a maturare il suo ruolo di adulto nel mondo a venire.

Il cartellone dei bisogni e le tappe del progresso rendono visibile quanto serve all’uomo per vivere e quali passi ha compiuto per arrivare alla società attuale: nella storia, i bisogni materiali e spirituali si sono modificati a seconda di ambiente e risorse, a volte con conseguenze dirompenti.

In occasione dell’Esposizione Universale Milano - Expo del 2015 il tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” ha permesso un lavoro congiunto che ha unito molteplici realtà montessoriane, proprio a partire dai bisogni alimentari.

Le favole cosmiche, i cartelloni impressionistici, gli esperimenti concreti sostengono il principio che ogni elemento, vivente o non vivente, concorre all’ordine dell’esistenza.

Libero di seguire i propri interessi nel rispetto delle regole dettate dall'ambiente, l’alunno si avvicina alla giornata di lavoro assumendosi dei compiti, non prettamente legati all’apprendimento didattico. Per il bene di tutti si svolgono incarichi destinati alla gestione degli spazi: ad esempio riordinare la classe, pulire il materiale di sviluppo, apparecchiare, spazzare, utilizzare oggetti in condivisione sapendo che il compagno li potrà scegliere successivamente.

La considerazione dell'altro, inteso come coetaneo o compagno di differente età, appare nei gesti di cura per sostenere chi ne ha più bisogno. Conoscere le proprie emozioni, verbalizzare i propri stati d'animo, imparare a gestire i conflitti perché ci sia la consapevolezza di appartenere a una comunità. Un progetto di prevenzione al bullismo sposta l’attenzione all’altro, considerato come diverso e uguale nello stesso tempo affinché diventi risorsa.

L’aiuto dei grandi nei confronti dei piccoli emerge con il gemellaggio: i ragazzi di quinta affiancano i bambini di prima sia durante i momenti di lavoro sia nei tempi ricreativi.

La valorizzazione delle diversità si rinsalda in esperienze legate all’Erasmus, ai progetti che ripercorrono le tipicità alimentari regionali o europee, alla corrispondenza in lingua inglese con scuole d’oltralpe.

Ecco che le buone pratiche diventano abitudini consolidate: porgere la mano quando ci si saluta e i gesti di cortesia in generale, differenziare i rifiuti, utilizzare materiali di riciclo, pranzare con stoviglie di ceramica e non usa e getta, aver cura di animali e piante.

Tutto questo si integra con esperienze sul territorio: conoscenza del quartiere “il vicino e il lontano”, cascine didattiche, orti botanici, soggiorni con pernottamento, visite a musei o mostre.

Rendere partecipe il bambino di quanto importante sia il suo intervento alla costruzione del mondo di domani sostiene una responsabilità collettiva di aiuto alla vita. Dare concretezza alle azioni dell’uomo guida al rispetto della Terra: sono i fatti a mostrare la strada nelle pratiche quotidiane e personali.

Se per solidarietà si intende quell’atteggiamento rispondente a un’identità di interessi, idee e sentimenti, ecco alcuni esempi di come viene perseguita nella metodologia e nella filosofia montessoriana.

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