Un ponte di multiculturalità con il podcasting

PodDARE è uno spazio multiculturale, multilingue, giovane e creativo, che offre una piattaforma di podcasting gestita dal Comune di Ravenna. Un percorso plurale e partecipato che coinvolge diverse realtà del territorio, tra cui il Centro Europe Direct della Romagna, la Casa delle Culture, l'Associazione Asja Lacis e le Cooperative Sociali LibrAzione, CIDAS e Sol.Co.

L'obiettivo principale è quello di favorire la socializzazione e l'acquisizione di competenze digitali avanzate attraverso lo strumento del podcast. Il progetto è nato come parte del programma DARE, finanziato dall'Unione europea con UIA - Urban Innovative Actions.

La piattaforma si è rivelata uno strumento innovativo e di grande potenziale per coinvolgere i giovani ravennati in diversi laboratori e progetti, e uno spazio d’incontro franco per esprimere e condividere le proprie esperienze. Gruppi di adolescenti affrontano diversi argomenti organizzati in rubriche tematiche: "Barbabietole da zucchero", un podcast geo-storico che racconta Paesi diversi in ogni episodio, affrontando geografia, storia, politica, cultura e tradizioni; "Concrete", un podcast che tratta di muri fisici e mentali presenti nel mondo; "Stories from afar", un podcast multilingue e multiculturale che dà voce a chiunque abbia una storia da raccontare. Questi sono solo alcuni.

Il tema della multiculturalità e della solidarietà si sviluppa all'interno del progetto DARE e della piattaforma PodDARE in diversi modi, sempre nell’intento di creare un ambiente di scambio e di sostegno reciproco, dimostrando che la solidarietà è un elemento fondamentale per costruire una società più inclusiva e accogliente.
Spesso vengono coinvolti ragazzi dalla rete SAI - Sistema Accoglienza e Integrazione, in particolare dei minori stranieri non accompagnati. Attraverso diverse aree di lavoro, come arte, cultura, lavoro, turismo e sport, il progetto raccoglie storie e punti di vista su Ravenna e sul mondo da parte di giovani ravennati di diverse origini, promuovendo così la multiculturalità e offrendo un'opportunità per dare voce a diverse comunità presenti nella città. Un progetto locale aperto al mondo.

Abbiamo incontrato Simona Tartaull e Kingsley Ngadiuba, che insieme coordinano PodDARE, e abbiamo rivolto loro alcune domande per meglio comprendere e trasmettere il valore di questo progetto.

Nel vostro vissuto, PodDARE come promuove solidarietà e inclusione secondo voi?

“Sfruttare le opportunità offerte dal podcasting per espandere le capacità di comunicazione, ricerca e pensiero creativo dei partecipanti: questo è quello che speriamo di riuscire a fare con il nostro lavoro”, risponde Simona. “La chimica e la geografia che si creano il venerdì all’interno dell’Informagiovani vedono ragazzi e ragazze provenienti da qualunque Paese, contesto sociale e scolastico; un territorio aperto che vuole intrappolare con le porte aperte e che desidera dare parola a chi sogna di parlare, ma anche a chi credeva di non esserne in grado e si scopre un ottimo oratore o un’ottima oratrice, e magari con una bellissima voce.”

Kingsley aggiunge che “PodDARE si è presto trasformato in un nido sicuro per giovani adolescenti, poiché il podcast è un dare voce senza esporre il volto, come un velo che blocca la vista ma lascia passare la luce. È una forma del raccontarsi che libera e rilancia la persona, che può esprimersi nel parlato, nella regia e soprattutto nell’editare. La possibilità di cancellare le parole e le frasi mal dette crea uno spazio di errore e di risate che rinforza le fondamenta di chi partecipa: se sbagli possiamo ripetere, tanto poi dopo lo tagliamo. Un tagliare che non vuol dire dimenticare, che non vuol dire cancellare; tagliare come punto di crescita e, come dice la mineralogia, si può crescere solo sui difetti.”

Quale il modo in cui PodDARE coinvolge i giovani stranieri e favorisce l’inclusività sociale? 

 

Kingsley: “PodDARE non vede nella lingua un muro o una barriera, anzi: all’interno del progetto i partecipanti sono sempre liberi di scegliere quale lingua utilizzare per la registrazione. L’utilizzo delle lingue madri come strumento di comunicazione e di trasmissione è una delle chiavi del progetto. In questo modo si incentivano i partecipanti a costruire uno spazio di parola che possano sentire proprio, alleviando il sentimento di sradicamento dato da un vissuto migratorio spesso forzato e difficile che li accomuna. É uno spazio protetto che offre l’opportunità di esprimersi liberamente, senza doversi esporre visivamente e senza doversi preoccupare di non essere adeguati nella narrazione, perché non completamente in possesso delle competenze linguistiche.”

Per Simona “il desiderio di questo progetto nasce dalla volontà di rendere lo spazio di registrazione e di parola una casa virtuale, dove casa è quello spazio che rende possibili e favorisce la costruzione di prospettive diverse e in continuo cambiamento, uno spazio in cui si scoprono nuovi modi di vedere la realtà. In cui ognuno/a possa raccontare il suo punto di vista, le sue passioni e i suoi desideri avendo la possibilità di intessere reti di amicizia e reciprocità sentendosi parte di una collettività; facendolo senza parlare per forza di migrazione o dei difficili vissuti che spesso ne comporta.”

In che modo PodDARE si collega ad altre iniziative di solidarietà presenti nel territorio di Ravenna? 

Simona sorride e dice che i ragazzi sono sempre molto felici di partecipare, anzi “non vedono l’ora di prendere parte a iniziative del territorio con la loro rubrica live. La prima esperienza fu proprio il Festival delle Culture di Ravenna presso la Darsena di Città, dove vennero fatte interviste a illustri ospiti e chiacchiere con i passanti: siamo partiti da lì. Sicuramente l’attività che finora ha incarnato meglio il concetto di solidarietà è stata la collaborazione con le cooperative del territorio che gestiscono progetti di accoglienza per MSNA - Minori Stranieri Non Accompagnati, neomaggiorenni accolti presso i progetti SAI MSNA del territorio, giovani adulti e adulti accolti nei progetti SAI Ordinari di Ravenna; neomaggiorenni, giovani adulti e adulti che hanno avuto il desiderio e la curiosità di mettersi alla prova con gli strumenti del podcast.”

Quali i risultati raggiunti dal progetto PodDARE in termini di promozione della solidarietà nel territorio di Ravenna? 

Kingsley afferma soddisfatto: “Il progetto, maturato nell’arco di due anni, ha consolidato le sue metodologie e oggi si propone di avere un impatto sempre più profondo e capillare all’interno della comunità territoriale e si vuole spingere più avanti nell’essere sia strumento di awareness del multilinguismo e dell’intercultura, opportunità di promozione e stimolo delle competenze trasversali di chi vi partecipa, sia come spazio di contaminazione culturale, sia di creazione di reti giovanili, fondate sull’amicizia e sulla conoscenza reciproca.”

La piattaforma podcast è in costante evoluzione e aperta a nuove idee, proposte e contributi che desiderano arricchire il territorio del Comune di Ravenna. Chiunque sia interessato al mondo dei podcast e abbia un'idea da condividere, può inviare il suo progetto a igractions@gmail.com e verrà contattato.

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