Un bioreattore con alghe marine, un termovalorizzatore oggi pista da sci, una foresta di turbine. Scatti fotografici come messaggi di speranza.
Questa profonda convinzione è quella che ci spinge quotidianamente a lavorare per riuscire a connettere le azioni di sostenibilità delle aziende con le scelte di acquisto dei consumatori.
Se siete in cerca di un capo sostenibile per il vostro guardaroba responsabile, realizzerete in poco tempo – come è capitato a me tempo fa – che è molto difficile riuscire a trovare informazioni esaustive, o spesso anche solo sufficienti, tra le etichette.
Dalla composizione del tessuto, alla provenienza, a chi lo ha lavorato e la strada che ha fatto per arrivare in mano vostra: non sull’etichetta, ma quasi sicuramente nemmeno all’interno del negozio o sul sito internet del marchio o dell’azienda produttrice.
Questo non significa peraltro che l’azienda produttrice non segua principi di sostenibilità o non abbia attivato una politica ESG, ma semplicemente che questi principi e pratiche raramente raggiungono in modo adeguato, e direi costruttivo, il consumatore.
È per questo motivo che abbiamo creato Renoon. Il nome della start-up è un neologismo formato dalla fusione dei due concetti chiave che rappresentano l’obiettivo del progetto: dall'inglese Re- come reuse, reduce, recycle e noon, mezzogiorno, il momento più luminoso della giornata.
Ecco noi vorremmo portare luce e trasparenza nel mondo dei prodotti industriali, a partire da quello del sistema moda, per promuovere il concetto di moda sostenibile. Perché solo fornendo le giuste informazioni si offre ai consumatori la possibilità di scegliere e orientare i propri acquisti.
Siamo convinti che il cambiamento debba essere guidato dall’evoluzione di normative e disposizioni, sostenuto dall’istruzione di processi e dall’innovazione tecnologica, ma anche indirizzato da un movimento più sottile, gentilmente indotto: un consiglio non vincolante, ma propositivo.
Un suggerimento che può arrivare ai consumatori, e ai cittadini tutti, solo se opportunamente informati, messi dunque nelle condizioni di poter scegliere, strumenti alla mano, e optare consapevolmente per prodotti e servizi responsabili.
Oggi, tramite un software proprietario, Renoon si occupa di aiutare le aziende del tessile-abbigliamento a misurare e comunicare l’impatto di sostenibilità ambientale e sociale dei propri capi al consumatore finale in maniera puntuale, esaustiva, evitando il greenwashing e in compliance con le nuove normative europee e dei singoli Stati membri.
La comunicazione viene effettuata con l’integrazione al passaporto digitale, sia online tramite etichette di trasparenza per le pagine prodotto, che offline, ad esempio tramite QR Code.
L’idea ha già raccolto il supporto di numerosi Business Angel internazionali, gli investitori informali che offrono un aiuto alle start-up promettenti sia dal punto di vista economico che attraverso assistenza tecnica e direzione strategica, ma anche di alcuni fondi di investimento.
Abbiamo lanciato ufficialmente Renoon a novembre 2022, ed è stata subito adottata dal marchio danese Copenhagen Cartel, che realizza abbigliamento da bagno e sportivo utilizzando materiali riciclati, tra cui i rifiuti di plastica raccolti nei mari, da Artknit Studios, il marchio milanese di maglieria realizzata con 100% fibre naturali, e altri marchi tra Londra e Berlino; da allora è partita una rapidissima espansione che ci sta portando al lancio con aziende americane e australiane.
Una larga partecipazione che accogliamo con rinnovata fiducia nei confronti del mondo industriale.
Significa che sono molte le aziende che stanno lavorando con impegno nella direzione della transizione ecologica e che cercano partner e sostegno per poter coinvolgere tutti gli stakeholder per rendere informazioni e processi il più diffusi e circolari possibile.
La normativa europea riferita ai criteri ESG è in continuo progresso e assestamento, è una sezione non ancora matura e relativamente giovane: oggi sono in vigore ben più di 16 diverse normative a livello europeo che nei prossimi anni chiedono alle aziende del tessile e abbigliamento di adeguarsi a standard di trasparenza e sostenibilità, con l'introduzione di un passaporto digitale e meccanismi anti-greenwashing.
In questo periodo stiamo collaborando diffusamente con numerose aziende francesi, ad esempio, per aiutarle a essere in linea con la nuova Legge Antispreco per l’economia circolare AGEC “Anti-gaspillage pour une économie circulaire”, che introduce il principio “chi inquina paga” e impone un migliore sistema di informazione del consumatore.
Secondo Google, infatti, più del 74% degli italiani vorrebbe maggiori informazioni sulle credenziali di sostenibilità delle aziende (indagine di settembre 2022).
Tutte le informazioni si basano sul sistema proprietario valoriale di Renoon, basato su un framework che riprende i fondamentali degli standard delle Nazioni Unite e di altri enti e istituzioni, implementati con i dati proprietari del nostro know-how. Grazie a un nostro ampio sondaggio digitale, siamo riusciti a comprendere quali siano le principali informazioni che i consumatori cercano e sono disposti a elaborare, e le abbiamo organizzate per garantire massima chiarezza e fruibilità.
Alle informazioni fondamentali si aggiungono poi quelle che risultano dall’interazione con le aziende clienti, che a seconda del prodotto e della specifica attivazione valorizzano e perseguono aspetti diversi della sostenibilità.
Di recente abbiamo presentato all’e-P Summit di Pitti Immagine la soluzione di una piattaforma aggregata multi-marchio in collaborazione con il gigante tech Sopra Steria Italia, e altre soluzioni digitali in collaborazione con realtà come The ID Factory, E.ON e Carbonsink.
Puntiamo molto sui progetti di integrazione e di interoperabilità di dati con le aziende con cui lavoriamo: questo permette di semplificare sempre più il flusso di informazioni, creando uniformità e framework di gestione dei dati standard, più gestibili, implementabili e dunque infine meglio interpretabili.
Il nostro entusiasmo cresce con il numero dei marchi che ci stanno scegliendo per lanciare le loro etichette; stiamo già lavorando per il 2024: nuova trasparenza, più connessione tra produttore e consumatore, più collaborazione tra industria e privato per attivare una transizione ecologica in cui ognuno abbia un ruolo.
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