Redazione interna

La natura suona vibrazioni positive

“Ciascuna particella canta perennemente la sua canzone.”
Fritjof Capra, fisico austriaco

La fisica sostiene che la materia è in uno stato di moto e vibrazione continuo, mai immobile; anche le pietre sono energia che vibra, seppure a frequenze molto basse, e dunque producono un suono.

I musicisti hanno cercato di tradurre la bellezza della natura in musica per secoli. Vivaldi scrisse Le Quattro Stagioni e un Concerto dedicato al Cardellino, Beethoven esprimeva la sua meraviglia davanti alla natura con la Sinfonia Pastorale e Messiaen, Debussy e molti altri compositori contemporanei si sono adoperati per tradurre i paesaggi naturali e gli schemi dei regni animale e vegetale in musica.

Plants Play è il primo dispositivo tecnologico capace di convertire le vibrazioni della natura in musica: due sensori posizionati sulle foglie, sullo stelo o sul fusto rilevano le variazioni degli impulsi elettrici delle piante e le convertono in note musicali, riproducendole istantaneamente sull'app “Musica Generativa Vegetale”.
Possiamo pensarla come una versione alternativa, più verace, alla musica ambient, dove i rumori gentili e ispirazionali dell’ambiente che ci circonda vengono tradotti in armonia acustica, per creare una connessione speciale tra il bioritmo umano e il ritmo della natura.

La pianta diventa così il compositore, e la tecnologia, Plants Play, l’esecutore.
A fare il direttore d’orchestra ci ha pensato Dario Faini.

Pianista, compositore, produttore e autore di molte canzoni pop italiane – tra cui per Fabri Fibra, Thegiornalisti, Levante, Max Gazzé, Giusy Ferreri – ha dato vita a un progetto che coniuga in modo del tutto originale la tradizione del pianoforte classico minimalista con l’avanguardia dell’elettronica musicale, esprimendosi con lo pseudonimo Dardust.
Dardust (il nome è un omaggio al personaggio Ziggy Stardust di David Bowie e al duo The Dust Brothers, poi celebre con il nome The Chemical Brothers) ha coordinato le voci della natura, ha interpretato un messaggio e composto una sinfonia: dal greco sun «con, insieme» e phōnía «fonia, suono». 

Nel 2020 esce S.A.D. Storm and Drugs, il terzo album spettacolo di una trilogia di dischi strumentali (7 e Birth i primi due). Il nome fa il verso alla nota corrente culturale tedesca e i due tempi dello spettacolo ripropongono, in effetti, i concetti originari di Sturm und Drang (tempesta e impeto).
Il pubblico è incoraggiato a rimanere fermo in contemplazione del primo atto: la “tempesta” arriva con un avvolgente minimalismo e il crescendo è reso da graduali cambiamenti sonori e visivi che musicano vento, pioggia, lampi, tuoni. Il climax discendente e il ritorno del sereno accompagnano l’ascoltatore in un vero e proprio viaggio sensoriale, che in questo atto viene invece invitato ad alzarsi in piedi e muoversi a piacimento, per agire l’inquietante tranquillità che rappresenta l’inclemenza del meteo.

Uno spettacolo in cui uomo e natura convivono, in stati emotivi e fisici complementari, dalla minaccia allo sfogo fino al placarsi della tormenta, o del tormento.

Dello stesso anno è Duality. L’album è registrato al mare e la musica unisce e confonde i suoni della terra e dell’acqua. Duality rappresenta i due emisferi della vita, destro e sinistro, Bianco e Nero, Elettronica – che simboleggia la parte razionale del nostro cervello – e Pianoforte – che esprime la pura emozione. 
Ma è con The Blooming Symphony che Dario esprime al meglio la connessione tra uomo e natura. Un’esperienza sensoriale in cui natura e tecnologia coesistono e sperimentano una simbiosi che le esalta entrambe, creando arte da pura energia.

Al Forte Santa Tecla a Sanremo, in una serata del Festival 2023, Dardust ha suonato la natura.
The Blooming Symphony, grazie a Plants Play, ha riprodotto tracce dagli impulsi elettrici emessi da piante e fiori.

Come dicevo, la pianta è il compositore e la tecnologia l’esecutore. Il direttore d’orchestra, Dario Faini.

La spettacolare ed emozionante esecuzione esprime il trionfo della migliore connessione tra uomo e natura, tecnologia ed energia. Da vibrazione a vibrazione, la musica è relazione.
Questa relazione racconta, nella forma d’arte più astratta, la possibilità di una collaborazione senza limiti di azione e contenuto, nel rispetto reciproco delle parti.

Quando si suona, ognuno ha un suo ruolo preciso per la riuscita del brano, nessuno è leader, tutti sono fondamentali. Natura e uomo, nello specifico, sono qui coinvolti in un dialogo sonoro che esiste solo in relazione al contributo dell’altro. Nel fare musica il rispetto è un atteggiamento che si sviluppa spontaneamente.

Da questo rispetto profondo e reciproco, che comprende capacità e debolezze, nasce il concetto più forte di gentilezza, quella che insegna a non essere egoisti e a mettersi al servizio di uno scopo più alto; lo scopo, in questo caso, è la buona riuscita del brano.

Solo quando ci poniamo in autentico ascolto, quando ci sintonizziamo con il resto del mondo per cogliere e lasciare entrare emozioni e vibrazioni, entriamo veramente in contatto con noi e ciò che ci circonda, nel modo più disponibile e gentile che esista: quello dell’equilibrio e dell’armonia.

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