Incontro con

UN ECOSISTEMA 
IN COEVOLUZIONE

A 110 km dalla Sicilia e solo 70 dalla Tunisia, una “Perla Nera” spunta dalle acque del Mediterraneo: l’Isola di Pantelleria, Yrnm per i Fenici, Cossyra per Greci, Romani e Cartaginesi, è la vetta di un vulcano che si eleva di circa 2.000 metri dal fondale del Canale di Sicilia.

Pantelleria è un luogo unico nel suo genere, dove la natura regna sovrana

Italiana geograficamente, ma africana sotto il profilo paesaggistico, Pantelleria è un luogo unico nel suo genere, dove la natura regna sovrana. Scogliere nere di pietra lavica a picco sul mare, vigneti di Moscato d’Alessandria (Zibibbo), sorgenti naturali geotermiche e reperti archeologici testimoniano le sue origini lontane. Gli isolani hanno saputo custodire e preservare questa natura selvaggia, ricca di biodiversità e di tradizioni, rendendola un museo diffuso a cielo aperto.

Una destinazione che affascina i viaggiatori di tutto il mondo con paesaggi rurali inediti ed eccellenze gastronomiche. Un luogo che ha molto da svelare, tramandare e tutelare: un vero e proprio gioiello in cui la natura e l'uomo hanno vissuto e vivono tuttora in perfetta armonia.

Proprio la storica sinergia uomo-natura che caratterizza da sempre l’isola le è valsa diversi riconoscimenti UNESCO:  “Pratica agricola della vite ad alberello” “Arte della costruzione in pietra a secco” le due pratiche agricole rurali riconosciute, rispettivamente nel 2014 e nel 2018, Patrimoni Immateriali dell’Umanità; sempre nel 2018, il “Paesaggio della pietra a secco dell’Isola di Pantelleria” è stato iscritto nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici del Mipaaf (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali).

L’80% della superficie dell’isola è, dal 2016, Parco Nazionale Isola di Pantelleria. “Coltivare la bellezza” è la prima mission del Parco: rilanciando l'agricoltura, rafforzando le partnership con altri Parchi Nazionali, aumentando l'economia circolare, creando un piano del Parco che coinvolga i giovani dell'isola, aderendo alla Carta Europea per il Turismo Sostenibile e valorizzando la biodiversità, in collaborazione con università e centri di ricerca. L’obiettivo dell’Ente Parco è quello di incrementare la conoscenza dell’isola come meta naturalistica, valorizzando i suoi elementi paesaggistici più identitari, i distintivi Riconoscimenti UNESCO e le attività produttive e rurali. Parallelamente mira ad aumentare l’incoming turistico nei periodi di bassa stagione, scardinando l’isola dalla concezione che sia solo una meta estiva. 
Innesti ha incontrato Sonia Anelli, Direttrice del Parco Nazionale Isola di Pantelleria.

“Era il 2016 quando un incendio, alimentato per giorni da forti venti di scirocco, bruciò centinaia di ettari di bosco dell’isola. Allo sgomento seguì la risposta corale di istituzioni, associazioni e cittadini: a luglio dello stesso anno il Presidente Mattarella firmò il Patto di nascita de Il Parco Nazionale Isola Pantelleria e poco dopo il Comitato Parchi per Kyoto lanciò una raccolta fondi per il rimboschimento. 

Ultimo nato in Italia e il primo in Sicilia, è un Parco Nazionale unicamente terrestre; dopotutto, le acque mosse dalle correnti e la costa frastagliata rendono l’isola stessa poco accessibile dal mare, ma l’inclusione della parte marina fa comunque parte di un percorso di crescita del Progetto Parco, anche in considerazione della crescente attenzione alle tematiche legate alla salvaguardia dei mari e degli oceani.

Il Parco è stato creato per tutelare non solo la natura e il territorio, ma per tutelare la speciale sinergia uomo-natura di cui questa terra è eccezionale protagonista: proteggere e promuovere questa armonia in ogni sua potenzialità è al centro del tavolo di discussione. La vite ad alberello è uno degli equilibri speciali creati nel tempo da questa alleanza, coltivata nello stesso modo fin dai tempi dei Fenici.

Quando qualcuno mi chiede se io rappresento la natura o l'ambiente, rispondo sempre che rappresento entrambi. Non siamo un wild park, dove non ci sono abitanti: la relazione tra ambiente e civiltà è molto stretta, perché siamo un'isola, siamo terra di confine, dove alcune specie sono endemiche e altre frutto dell’incontro tra continenti diversi. Il ruolo del Parco è di conservare questa singolare autenticità e ridurre al minimo la perdita di biodiversità, la miglior custode della resilienza locale.

Abbiamo anche l'obbligo sociale ed economico di sostenere e mantenere le coltivazioni tipiche e l'agricoltura eroica, non in un'ottica di conservazione, ma di lungimirante contaminazione tra tecnologia, innovazione e tradizione, per facilitare il lavoro degli agricoltori. Vogliamo esser portatori di una sistemica coevoluzione. Ossia un’evoluzione intesa come rigenerazione: rigenerare l’agricoltura mettendo assieme quelli che sono tecniche e saperi del passato con l’innovazione che la tecnologia moderna offre.

Il  Parco Nazionale ha candidato il Piano “RENEWDAMMUSI” - Renewable and energy efficient solutions for local dwellings dammusi -  al Bando NESOI, presentando un progetto che contempla la possibilità di rendere l'edificio tradizionale dell'architettura pantesca - ildammuso” - una struttura a energia quasi zero (nZEB - nearly Zero Energy Building), cioè definito come un “edificio in cui il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo è coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta in situ”. Grazie al finanziamento NESOI e al Politecnico di Torino che ha redatto il progetto, l’Ente Parco può disporre di un modello sperimentale di Dammuso a energia quasi zero (nZEB) in cui si coniugano soluzioni ambientalmente e paesaggisticamente sostenibili; il modello sperimentale offre un esempio a professionisti e privati che intendessero rendere i Dammusi a energia quasi zero (nZEB).

Vogliamo esser portatori di una sistemica coevoluzione. Ossia una evoluzione intesa come rigenerazione

Abbiamo ottenuto finanziamenti anche per efficientare la struttura degli edifici, come quello del Museo Naturalistico, per l'acquisto di auto elettriche, scooter e biciclette per la mobilità sostenibile all’interno dell’isola e per il recupero dei sentieri e delle vecchie mulattiere. Abbiamo fatto riconoscere i sentieri dal CAI e ci siamo focalizzati sulla formazione di guide ambientali escursionistiche per valorizzare i diversi percorsi. Nel 2022 abbiamo redatto il primo catalogo delle proposte escursionistiche del Parco.

Stiamo lavorando per preservare e valorizzare le specie di flora e fauna autoctone e valorizzare le razze locali come ad esempio l’asino pantesco, una razza unica e bellissima dalla caratteristica camminata ambia; parallelamente siamo coinvolti nel contenimento e contrasto della diffusione delle specie aliene. Ad esempio il Pennisetum, una graminacea che produce pennacchi bianchi, si sta diffondendo velocemente e sta soppiantando la macchia mediterranea, così come l'Ailanthus (Albero del paradiso) e il Carpobrotus (Fico di mare) che stanno soppiantando le specie autoctone.

Abbiamo recentemente ottenuto il riconoscimento CETS (Carta Europea del Turismo Sostenibile per le Aree Protette) da Europarc Federation e il prossimo passo in questa direzione sarà il coinvolgimento degli operatori turistici in progetti e azioni di sostenibilità. Lavoreremo anche per ottenere un riconoscimento ISO 14000.

Ancora, affianchiamo il lavoro del Parco Cave di Cusa Selinunte Pantelleria, impegnato nella valorizzazione della parte archeologica dell’isola. Infine, siamo anche impegnati in una campagna contro l’abbandono dei rifiuti, in collaborazione con il Corpo Forestale dei Carabinieri.

E poi c’è la popolazione. Gli abitanti.
I Panteschi accolgono con sentimenti contrastanti il nostro lavoro.
Incontriamo sia curiosità che diffidenza, e chi invece trova il modo per collaborare attivamente. Per questo stiamo promuovendo concorsi, assumendo persone e collaborando con agricoltori, consorzi e professionisti locali. Riuscire a conquistare la loro fiducia fa parte del percorso di coevoluzione, perché solo se ogni passaggio viene assorbito in totale sinergia dalle due componenti storiche, abitanti e natura, possiamo pensare di realizzare il progetto rigenerativo dell’isola, del Parco e della sua popolazione.”

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