“Il Giardino” e la ciclicità della natura come strumento essenziale per imparare a rifiorire: l’articolo firmato dalla filosofa e scrittrice Ilaria Gaspari.
Si raccontava dell’incredibile capacità delle donne di saper rinascere. Di quel talento innato nel riuscire a risorgere dalle ceneri, di quell’invidiabile forza di saper affrontare l’imprevedibilità della vita e di saper creare gli strumenti adatti alla sopravvivenza, propria e dei propri figli.
Ci guardiamo allo specchio, riconosciamo ogni singola crepa e scegliamo di accoglierla e curarla.
Perché è così che si fa, quando si vuole ricominciare. Si guarda avanti, ci si spaventa, e si va.
E avanti si va anche zoppi, anche con l’anima a pezzi, anche senza forza. Avanti si va soprattutto quando non ce la si fa, come se la reazione fosse il motore di tutto il meccanismo. Come se fosse quasi necessario un po’ morire per ricominciare.
Perché il principio vero della rigenerazione è proprio quello di rinascere nuovamente. E per farlo bisogna imparare a non tornare indietro. È un viaggio complesso, a volte in salita, ma avvincente e stimolante proprio per questo. Perché ci mette alla prova, più e più volte.
Ci si può sempre voltare indietro per ricordare, ci si può sempre voltare per rispettare il percorso e il passato. Ma bisogna poi tornare dritti e camminare avanti, nell’unica direzione che la rigenerazione prevede: il futuro.
Quando racconto la mia idea di cucina del futuro penso proprio a questa immagine: un cuoco con il corpo posizionato ben saldo verso la direzione dell’andare avanti, il futuro, ma con la testa che si gira spesso a ricordare, rispettare, accogliere, celebrare il passato, la tradizione. È un cambiamento che presuppone una conoscenza.
In fondo anche la rigenerazione è tutta una questione di cambiamento.
La mia parola preferita.
Nei miei 39 anni ho cambiato case, città, ho cambiato lavori, cambiato direzione, cambiato alimentazione, cambiato regole, ricette, passioni. Sono una persona in continuo e costante cambiamento. E sono così grata per questa opportunità che la vita ci regala, quella di poter migliorare, quella che tutti abbiamo e che non tutti riusciamo sempre a vedere. Credo ci si evolva grazie al cambiamento.
Credo ci si rigeneri grazie al cambiamento. Perché è solo quel coraggio di cambiare che può rendere il nostro futuro come lo immaginiamo. E il futuro che io definisco “nostro” in realtà è molto più “loro” che nostro. Loro, dei nostri figli. Dei nostri nipoti. Delle generazioni che pagheranno i nostri sbagli e che godranno dei nostri cambiamenti.
È impossibile non pensare al futuro senza pensare a chi lo abiterà.
E in questa prospettiva siamo tutte mamme. Siamo tutti genitori. Siamo tutte persone che, rigenerando noi stessi, l’ambiente in cui viviamo, l’economia di cui viviamo, non solo preserviamo il pianeta ma prepariamo un luogo ideale in cui vivere a coloro che lo abiteranno.
Ed è anche ai più piccoli che dobbiamo pensare.
Io l’ho fatto attraverso il mio ultimo libro. Ho cambiato qualcosa anche qui: i finali. Quelli delle fiabe che tutti conosciamo. Ho dato la possibilità ai protagonisti di salvarsi grazie a valori, passioni, talenti insiti in loro stessi. Senza la necessità di aspettare qualcosa o qualcuno, ma lavorando loro stessi con le loro forze e con le loro capacità. E quindi ci si salva grazie alla cucina, all’amicizia, alla collaborazione. Ci si ritrova sempre attorno a un tavolo e guardandosi negli occhi si parla, si cresce, ci si evolve. Ci si salva.
E così anche i protagonisti delle fiabe diventano normali, né perfette principesse né incredibili supereroi, ma persone che ci insegnano a guardarci dentro e a scoprire i nostri veri poteri.
Quelli che tutti abbiamo.
Quelli che ci fanno andare avanti.
Quelli che ci fanno rinascere e rigenerare. Perché sono lì, basta cercarli.
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© Cecilia Ferrari
“Il Giardino” e la ciclicità della natura come strumento essenziale per imparare a rifiorire: l’articolo firmato dalla filosofa e scrittrice Ilaria Gaspari.
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