La mia storia,
la tua strada,
il nostro futuro

Come posso contribuire a ispirarvi, incoraggiarvi e stimolarvi per sostenere transizione ecologica?
La prima cosa che mi sento di dire è che la tua strada, è la TUA strada. Vi racconto la mia.

Il contesto in cui sono cresciuta è quello della cultura svedese degli anni ’80. Vivevo secondo i principi di produttività, efficienza e profitto. Sono entrata nel mondo del lavoro da ingegnere.

Volevo lavorare per l’ambiente, ma trovavo solo ruoli in cui dovevo minimizzare l’impatto negativo; io volevo lavorare per generarne di positivo.

Erano gli anni del boom digitale e mi sono fatta sedurre dalla consulenza manageriale. Ho abbandonato l’idea dell’ambiente e mi sono imposta la radicale distinzione tra me, Marianne, e il mio ruolo professionale. Il rischio di fallire come persona era così scongiurato: se falliva la professionista, comunque non fallivo io.

Ho lavorato senza anima: acquisizioni, fusioni, consolidamenti, nulla di memorabile.

Dentro di me qualcosa continuava però a rimuginare, e ogni tanto usciva sovrappensiero: “Non so cosa faccio qua, io che a 11 anni volevo salvare il mondo.”

Mi sentivo inutile, e un pezzo di me appassiva lentamente. Finché, a Natale 2011, la mia voce interiore è esplosa: così non potevo più continuare.

Cosa davvero per me era prioritario? L’essere umano e la natura. Sono partita dal primo, certa di iniziare un percorso che mi avrebbe ricongiunto anche con la seconda. Ho seguito un corso dedicato allo sviluppo personale, e sono diventata executive coach.

Ora potevo aiutare le persone a trovare la scintilla nascosta in loro. Meraviglioso: iniziavo a sentirmi utile. Ogni incontro con una persona è un privilegio, veder crescere la consapevolezza alimenta la speranza per il nostro futuro. Mi sono specializzata in trasformazione culturale e team coaching, per aiutare le aziende ad avere un approccio sistemico e per riconoscere la cultura aziendale come un fattore strategico.

Cosa ci porta verso il cambiamento? Quali le nostre motivazioni, emozioni, dinamiche. Iniziavo ad aiutare sempre più persone a cambiare vita, evolvere e fiorire. Come in un giardino umano, scovavo la bellezza in ogni persona.

Leggere Letting Go: The Pathway of Surrender, un libro di David R. Hawkins - professore e psicologo specializzato nella consapevolezza umana - ha determinato la svolta finale. La sua tecnica del rilascio emotivo è un metodo di accettazione e gestione delle emozioni che contempla il lasciarle andare. Accettandole (scegliendo come gestirle e agire) si libera molta energia bloccata e ci si ritrova con una rinnovata carica vitale. È un lungo percorso di autoconsapevolezza che porta a stabilire un nuovo equilibrio tra stimoli esterni e interni.

Spesso gli stimoli esterni sono attività compensative, effimere, non essenziali. Se trovassimo il modo per essere più connessi con noi stessi e le nostre emozioni, saremmo probabilmente più sereni, meno bisognosi di un continuo altro, consumeremmo di meno; e il pianeta ringrazierebbe. Una formula magica, ma difficile da diffondere: sono ingegnere, e quando una formula è funzionale la riconosco.

Negli ultimi 4 anni ho continuato a studiare e creare programmi di leadership e mentre aiutavo le persone ad accedere al proprio potenziale, mi rendevo conto che lo stesso percorso che portava verso il benessere individuale portava anche verso il benessere aziendale, e che il benessere aziendale portava verso il benessere della comunità che vi gravitava attorno. Il benessere contamina e tende a circolare. Stavo suggerendo un percorso per creare un mondo migliore.

I nostri comportamenti sono fortemente influenzati dal contesto nel quale siamo inseriti. Possiamo favorire determinati comportamenti se siamo in grado di creare uno specifico contesto. Ognuno di noi è il sistema delle persone che lo circondano. Il mio comportamento condiziona i comportamenti degli altri. La nostra esistenza su questa Terra fa parte di un ecosistema in cui siamo ricompresi: sta a ognuno di noi scegliere la direzione da seguire.

Solo da un pensiero rigenerativo e affermativo può nascere un modello di business circolare. Bisogna alzare lo sguardo, includere clienti, fornitori e la rete privata. Collaborare oltre i confini consueti. Abbiamo bisogno di un NOI.

Per evolvere verso una mentalità e un approccio più sostenibili bisogna superare due ostacoli: l’Ego e lo stress, che insieme creano un cocktail distruttivo. Il primo riduce il raggio d’azione, il secondo è poco lungimirante.

Oggi si parla più di cosa bisogna fare per risolvere i problemi del pianeta che di come costruire le competenze adatte per risolverli. Per ottenere una trasformazione sociale bisogna partire da una trasformazione personale.

La priorità è sviluppare nuove competenze personali e plasmare una forma mentis per poter creare dei leader della transizione ecologica

Inner Development Goals (IDGs) è un’iniziativa nata in Svezia con l’obiettivo di identificare, diffondere e sostenere lo sviluppo di valori, conoscenze, competenze e attitudini rilevanti per la crescita individuale in un ambiente sempre più sfidante e complesso come quello in cui ci troviamo.

La versione finale del quadro IDGs e il Field-kit book sono stati presentati ad Aprile 2022, sono entrambi open source e scaricabili gratuitamente. Il metodo e il framework si articolano su 5 dimensioni e 23 capacità di trasformazione, competenze, che sono fondamentali per i leader che si occupano dei Sustainable Development Goals dell’Agenda 2030 (SDGs), ma sono importanti per le persone di tutte le generazioni:

  1. Essere - Relazione con se stessi;
  2. Pensiero - Abilità cognitive;
  3. Relazionarsi - Prendersi cura degli altri e del mondo;
  4. Collaborazione - Abilità sociali;
  5. Agire - Guidare il cambiamento.

Essere contagiosa. Sto scrivendo questo articolo sul treno Milano-Palermo: 20 ore di viaggio meraviglioso. Prima volavo, ma ora preferisco arrivare riposata, godermi una vista mozzafiato e aver risparmiato una piccola parte di un micro-grado di riscaldamento globale. La nostra casa, la Terra mi parla e mi chiama. Mi sento fortunata.

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