PEOPLE 
TO PEOPLE:
passaggi che trasformano 
il mondo

Sono gli anni 70 quando un gruppo di insegnanti danesi fonda una scuola orientata a una formazione sul campo: “Travelling Folk High School” organizzava viaggi educativi per studenti dall’Europa in Africa, Asia e Sud America.

Oggi la Federazione Internazionale Humana People to People è un network internazionale presente in 45 Paesi, coordina diversi progetti internazionali, con interventi di sviluppo nelle regioni più povere e attività di raccolta, selezione e vendita di abiti in Europa e Stati Uniti. La sede legale è a Ginevra, quella operativa in Zimbabwe.

La raccolta degli abiti usati caratterizza la maggior parte delle organizzazioni appartenenti alla Federazione, avvalendosi di regolari autorizzazioni per lo stoccaggio, il trasporto e lo smistamento dei vestiti.
L’intero utile dell’attività di raccolta, selezione e vendita di abiti usati dell’organizzazione è destinato al sostegno dei progetti sociali e ambientali di Humana: istruzione e formazione; aiuto all’infanzia e sviluppo comunitario; prevenzione e lotta contro l’HIV/AIDS, malaria e tubercolosi; agricoltura e sicurezza alimentare.

Nel 2021, la raccolta di abiti usati realizzata da Humana nel mondo ha permesso di finanziare 1.238 progetti di sviluppo nel mondo, a beneficio di 9,6 milioni di persone e generando un impatto lavorativo complessivo che coinvolge oltre 17.000 persone.

Abbiamo incontrato Alfio Fontana, Corporate Partnership & CSR Manager di Humana, sempre impegnato in tantissimi progetti.
“Alcuni già partiti, altri in procinto di vedere la luce. La sostenibilità ha un peso crescente nelle strategie aziendali e siamo davvero felici di collaborare con realtà di moltissimi ambiti differenti. Ciò che per noi è fondamentale è poter co-progettare con i nostri partner. Si parte da una base comune: le aziende con cui collaboriamo sposano la nostra mission e vision che è quella di poter costruire un mondo dove la solidarietà tra le persone sia veramente al centro della vita sociale ed economica, e in cui la comunità sia capace di costruire il proprio futuro in equilibrio con la natura. Con questa premessa, avendo Humana sia una dimensione ambientale che sociale, le opportunità di collaborazione sono davvero moltissime.”

Alfio, ci racconti la tua idea di upcycling (riutilizzo creativo) e il suo rapporto con la sostenibilità?

“Faccio solo una piccola premessa: è importante ricordare la centralità del riutilizzo, quindi finché un capo è in buono stato deve necessariamente essere riutilizzato in quanto tale. Ovviamente non è sempre possibile riutilizzare i capi poiché magari sono troppo usurati oppure ci troviamo alle prese con scarti di produzione e qui, tra le varie strade percorribili, entra in gioco quella dell’upcycling. È quindi una componente importantissima della sostenibilità, perché permette di evitare che determinati materiali vengano smaltiti.

Un esempio del nostro impegno concreto su questa tematica è rappresentato da Belt Bag, un brand della Cooperativa Sociale Occhio del Riciclone che realizza borse e accessori creati con tessuti pre e post consumo donati dalle più importanti aziende italiane o provenienti dalla nostra attività di raccolta abiti e rielaborati attraverso un processo appunto di upcycling. La Cooperativa Sociale è parte del nostro network e, oltre alla tutela dell’ambiente, promuove l’inclusione lavorativa di persone svantaggiate. L’obiettivo è fare impresa sociale attraverso l’impiego di materiali di recupero come nuovo paradigma di produzione che sia etico, a basso impatto ambientale e, in questo caso, anche Made in Italy.

Il tema dell’upcycling rappresenta per noi un importante punto di contatto anche con il mondo accademico. Collaboriamo infatti con moltissime realtà come IED, Accademia del Lusso e Domus Academy: noi mettiamo a disposizione i capi e gli studenti, grazie alla loro creatività, li rivoluzionano e valorizzano creando delle vere e proprie opere d’arte da indossare. I ragazzi dimostrano sempre molto entusiasmo durante la realizzazione di questi progetti ed è per noi la conferma che la sensibilità delle nuove generazioni sulle tematiche ambientali e sociali è sempre più forte. Insomma, ci fa davvero bene sperare per il futuro.”

Itinerari virtuosi. La tappa zero sono i contenitori a logo Humana in cui i cittadini portano abiti, scarpe e accessori che non utilizzano più. Una rete proprietaria di automezzi organizza raccolta e trasporto presso i cinque impianti Humana in Italia, quello principale è situato a Pregnana Milanese dove è situato anche il centro di smistamento: il 67,5% è destinato al riutilizzo come vestito, il 25,5% circa è riciclato per recuperare le fibre e una piccola parte (7%) è destinata al recupero energetico. Ogni capo e accessorio è quindi valorizzato a seconda delle sue caratteristiche: i vestiti estivi vengono donati alle consociate di Humana in Africa per sostenere i progetti umanitari attivi in loco. Gli indumenti vengono donati solo in casi di emergenza, la vendita è indirizzata a finanziare i progetti sociali al fine di creare occupazione e sviluppo. Parte dei vestiti invernali ed estivi sono venduti nei negozi solidali di Humana in Italia e in Europa. I prodotti non riutilizzabili come tali (ad esempio pezzami, maglia, panno) sono venduti per esser riciclati. Il cerchio si chiude e il viaggio ricomincia.

L’approccio all’acquisto dell’usato sta cambiando negli anni, per facilitare ulteriormente questo avvicinamento avete scritto un libro. Come è nata l’idea?

“È vero, rispetto a qualche anno fa oggi è una pratica molto più diffusa quella di acquistare abiti usati. Il nostro desiderio è di creare maggior consapevolezza rispetto al valore di un capo vintage e all’impatto sociale che si genera donando i propri abiti a Humana. Il lettore, grazie a un viaggio nella moda del passato, acquisisce competenze per valutare meglio i capi e scopre poi un finale da sogno: con un gesto apparentemente semplice come la donazione di un capo, può in realtà aiutarci a trasformare il mondo. Donare gli abiti nei nostri contenitori e fare shopping da Humana Vintage sono infatti due modi per tutelare il pianeta e aiutarci a realizzare i sogni di moltissime persone in Africa, Asia e Sud America. Insieme a Stefano Sacchi, fashion consultant e docente dell’Accademia del Lusso, e al fondamentale contributo di Luca Gilardi, Responsabile Retail di Humana Italia da cui è nata l’idea, abbiamo quindi deciso di creare un manuale semplice, ma completo, per chi si avvicina al mondo del vintage e della sostenibilità. Chi poi meglio di Marina Spadafora, coordinatrice di Fashion Revolution Italia e ambasciatrice di moda etica nel mondo, avrebbe potuto scrivere la prefazione di un libro che vuole unire il tema della moda con aspetti sociali e ambientali.”

Introduzione dell’obbligatorietà della raccolta differenziata del tessile a partire dal 2025 in conseguenza dell’applicazione della Direttiva (UE) 2018/851 del Parlamento europeo e del Consiglio e l’estensione del legislatore anche per il tessile della Responsabilità estesa del produttore. Quali e quanti benefici potranno portare al sistema TAM?

“Queste evoluzioni normative confermano quanto il settore tessile abbia un ruolo centrale se si vuole attuare una reale transizione ecologica. L’obbligo di raccolta differenziata del tessile, in vigore in Italia dal 1° gennaio 2022, e l’implementazione dei regimi di Responsabilità estesa del produttore trasformeranno profondamente il settore degli abiti usati. L’aspetto cruciale è che istituzioni, industria e operatori della filiera del recupero si confrontino per trovare soluzioni condivise alle sfide che si presenteranno. Il servizio di raccolta differenziata del tessile è già realtà per molti territori in Italia, infatti Humana collabora da anni con oltre 1.000 comuni.
In questi primi mesi non abbiamo quindi assistito a grandi cambiamenti, ma sicuramente nel tempo le quantità di materiale raccolto e da gestire aumenterà. Anche alla luce di questo, sarà fondamentale l’apporto degli operatori e delle amministrazioni comunali nello sviluppare nuovi modelli che continuino a garantire sostenibilità economica, sociale e ambientale al servizio. La Responsabilità estesa del produttore sarà invece determinante per ampliare il sistema di raccolta e di conseguenza incrementare i risultati ambientali. Ma perché il nuovo sistema funzioni, tutti gli anelli della filiera devono essere ben coordinati. In particolare il riutilizzo, rappresentando la migliore opzione ecologica, va incentivato valorizzando le competenze sviluppate dagli operatori dell’usato.
Tali input normativi rappresentano anche un’occasione importantissima per il settore tessile di rispondere a una spinta crescente da parte di cittadini e consumatori per un’evoluzione sostenibile dell’intero comparto. Se le sfide verranno affrontate con impegno e trasparenza, vi saranno importanti benefici reputazionali per un settore ad oggi altamente impattante dal punto di vista ambientale.”

Humana in Italia è presente in 42 province, per oltre 1.200 comuni con circa 5.000 contenitori stradali, ha sostenuto 12 progetti in 5 Paesi (Brasile, India, Malawi, Mozambico e Zambia) con un contributo economico pari a 500.618,98 euro. Nel 2021 la raccolta di abiti di Humana ha evitato l’emissione di oltre 130 milioni di chili di anidride carbonica, pari all’azione di 1.304.000 alberi, e lo spreco di oltre 128 miliardi di litri di acqua, corrispondenti a 51.300 piscine olimpioniche. Impegnata anche nelle scuole con Programmi di educazione alla cittadinanza mondiale e ambientale e attività di volontariato aziendale, l’obiettivo è di incoraggiare la partecipazione cittadina a uno sviluppo locale più condiviso e sostenibile, favorendo l’inclusione sociale di persone in condizioni di vulnerabilità socio-economica.

share:

Articoli collegati

Atlante Italiano dell’Economia Circolare: un viaggio nell’Italia della circolarità

Uno strumento unico, online e gratuito, per la mappatura e la divulgazione delle realtà italiane che applicano sistemi economici sostenibili.

Imballaggi in acciaio, valore senza fine

Viaggio nel ciclo di vita della materia prima 100% riciclabile all’infinito. La guida è affidata alle attività e alle iniziative di sensibilizzazione RICREA.

Lasciati ispirare da tutte le prossime storie di sostenibilità: rimani aggiornato sui nuovi numeri!

Iscriviti alla newsletter per ricevere mensilmente i contenuti di Innesti.

N° 9

itinerari

Dove c’è un itinerario, c’è sempre un cambiamento.
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram