E tu, corri solamente?

A un runner molto allenato, mentre corre, succede una cosa strana ma al tempo stesso straordinaria: il corpo non ha più bisogno della mente, della testa a cui appartiene, perché lui sa cosa deve fare ed è come se dicesse “Vai, non preoccuparti, qui ci penso io!”.
La prima volta che mi è successo non ricordo nemmeno quanta strada avessi percorso, ma ho passato l’intera sessione di corsa a pensare, riflettere, fantasticare. È stato meraviglioso.
Inizi a correre e quasi subito entri in questo stato di trance e poche cose ti distolgono dai tuoi pensieri.

Durante la pandemia poi, quando le uscite in solitaria ti portavano a correre in zone deserte, silenziose, spopolate, le distrazioni erano ancora meno e lo stato di benessere che provavo era ancora più forte. L’imprevisto che non ti aspetti però è sempre dietro l’angolo e il risveglio è immediato.

Agosto 2020: a terra, alla mia destra, a una decina di metri da me, un oggetto azzurrognolo mi distoglie dai miei pensieri. Devio leggermente la mia traiettoria nella sua direzione e subito ne riconosco la natura, è l’ennesima mascherina gettata a terra.
Nessun problema, penso, faccio come al solito: rallento la falcata, chino il busto, allungo la mano, l’afferro e continuo a correre. Detto fatto. Ecco però l’imprevisto.
Un bimbo sulla sua biciclettina senza pedali, indaffarato nella sua di corsa, segue il mio gesto e con sguardo curioso rivolto alla mia mano guantata (meglio raccoglierle così le mascherine!) mi indica rivolgendosi con fare indagatore verso i suoi genitori di fianco a lui.

Ed è illuminazione. Mi vedo nei suoi occhi: una specie di supereroe o un corridore bizzarro? E in quel preciso istante nasce CORROCOLGUANTO.

Un’energia primordiale e la voglia di fare avverare un sogno diventano per me irrefrenabili.
Correre non mi basta più, correre più veloce o più lontano non sono più i miei obiettivi prioritari, ora la mia mente aspira a un livello superiore, desidera percorrere un itinerario diverso, migliore.

Le notti ora trascorrono con una carica emotiva irrefrenabile, voglio fare qualcosa per provare a fare la differenza, per provare a contagiare del mio stesso entusiasmo tantissime altre persone, voglio diventare protagonista di qualcosa di grande, e condividere la scena con più attori possibili.
Ambisco alla forza e alla popolarità di una community.

Provare a fare qualcosa per cambiare le cose, provare a cambiare le coscienze delle persone che incontri lungo i tuoi percorsi e provare a dare loro quell’imprinting perché tutti possano addormentarsi semplici corridori e svegliarsi corridori col guanto, grazie a quel semplice switch che non toglie nulla, ma aggiunge la potenza di un piccolo gesto per il nostro grande pianeta.

#corrocolguanto nasce a Monza in quell’agosto 2020 con un obiettivo chiaro e preciso: sensibilizzare all’educazione ambientale attraverso la promozione del benessere individuale, mediante lo svolgimento dell’attività fisica, coniugato con la promozione del benessere comunitario, mediante la raccolta di rifiuti trovati lungo i percorsi.

#corrocolguanto non ha la pretesa di ripulire tutte le strade del pianeta, ma ripulire almeno quelle che incontra; non ambisce a una flotta di spazzini maratoneti che costituiscano un esercito di volontari contro l’inquinamento, ma desidera sensibilizzare la coscienza comune attraverso un messaggio di responsabilizzazione.

La corsa è un’attività sportiva di rigenerazione e spensieratezza, a condizione che il percorso sia piacevole e l’aria respirabile.

Mai vergognarsi di tenere pulita e dignitosa casa propria, ma con orgoglio partecipare alla sua cura e salvaguardia.

Se poi lo si fa con il sorriso, diventa tutto più semplice.

Lo slogan “Dove passiamo noi l’erba è più verde”, il nome #corrocolguanto e il logo studiato, il guanto con l’hashtag, cercano di rendere più intuitivo ed efficace il termine anglo-svedese “plogging” che appunto è la crasi tra il verbo plocka upp (raccogliere in svedese) e jogging (in inglese). Oggi il mondo conta grandi ed estese comunità di ploggers, più o meno organizzate.

Il guanto bianco con l’hashtag prende piede velocemente e molti gruppi, grazie ai social, si fanno avanti condividendone il messaggio. In breve l’energia incontrollabile di un manipolo di amici e la voglia di fare avverare un altro grande sogno diventa realtà.
In poco più di due mesi nasce il primo Giro d’Italia.

Più di 50 gruppi sparsi per l’intero Paese rispondono al nostro semplice appello: organizzare per un anno intero il primo evento di sensibilizzazione ambientale rivolto a tutti in Italia. In 46 tappe consecutive, una per ogni fine settimana, ogni gruppo ha organizzato, organizza e organizzerà la propria tappa, coinvolgendo amministrazioni, associazioni, scuole e semplici cittadini nell’azione di cura, rigenerazione e gestione in forma condivisa dei beni comuni attraverso lo svolgimento di attività fisica (corsa o cammino) all’aperto sui territori cittadini (parchi e città), raccogliendo lungo il percorso tutti quei rifiuti che è possibile raccogliere mediante l’utilizzo di guanti e sacchetto.

Le cose possono prendere una strada inaspettata, grazie a un imprevisto, e un singolo uomo con un semplice gesto può innescare un cambiamento. Ognuno di noi può fare molto, perché se imitato o esponenzialmente replicato può partecipare attivamente alla transizione ecologica.

Quel giorno un imprevisto lungo il nostro percorso ci ha indicato un nuovo itinerario... Chi ha voglia di imitarlo e replicarlo?

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