Il lusso del recupero artistico:

CEDÄ M

È metà agosto quando arrivo a Dudlè, così come viene chiamato Dosoledo in lingua ladina, un paese di 500 abitanti posto a 1.237 metri di quota nell’alta Val Comelico, tra le Dolomiti Bellunesi. I boschi, i pascoli e le case, disposte a cerchio intorno alla piazza, raccontano la storia di una comunità e di un territorio autentico. Ad accogliermi, nonostante il periodo, trovo un’atmosfera calma e rilassata: il vociare delle persone fuori dal bar, l’acqua che scorre nella fontana della piazza, le campane che riecheggiano nella valle.
Tra le case, proprio dietro la chiesa del paese, trova spazio CEDÄ M, un’antica dimora contadina risalente al 1807 la cui facciata storica cela un luogo di accoglienza straordinario.

Quando entro in casa il profumo del legno mi avvolge completamente, rivelando la natura della struttura composta in gran parte da assi originali e da legno di recupero della tempesta Vaia. All’interno trovano spazio 5 camere da letto con bagni indipendenti, una cucina condivisa e tanti spazi comuni arredati con mobili di recupero e opere d’arte. Incontro presto Gertrud e Markus, i due proprietari. Iniziamo a parlare con grande naturalezza davanti a qualche calice di vino, come se ci conoscessimo da tempo.

Chiedo loro quale sia stato il loro percorso.

La nostra storia ha inizio - risponde Markus - nell’azienda di famiglia, a Brunico, dove abitiamo, la Pescoller Werkstätten Srl, che si occupa di restauro. È un’impresa familiare alla quarta generazione, in cui ho iniziato a lavorare dopo essermi formato in storia dell’arte e successivamente in restauro. A questo è seguito un dottorato in teoria del restauro.”

“Io sono stata insegnante di musica -  racconta Gertrud - ma dopo avere conosciuto Markus ho deciso di studiare economia e commercio per poi inserirmi all’interno della Pescoller come responsabile amministrativa. Lavoriamo insieme da circa 25 anni,nel corso dei quali abbiamo avuto anche tre figli.”

Come è nata l’idea di CEDÄ M?

Tutto è nato dalla voglia di lavorare a un progetto di ospitalità diffusa - si accavallano le voci di Gerturd e Markus -  e successivamente dal confronto con l’architetto Daniela Zambelli di HZ Eco-architetti, conosciuta durante il suo tirocinio presso la nostra azienda. Lei è di Padola, comune adiacente a Dosoledo, e promuove diverse iniziative per la valorizzazione del Comelico, sia a livello turistico che sociale. È stata lei a proporci di realizzare qui la nostra idea, lavorando insieme a un progetto che potesse fungere da modello e ispirazione per tutta la comunità locale.”

Un modo per promuovere un turismo lento e consapevole.

Esatto. - rispondono all’unisono - L’ospitalità diffusa rappresenta un’importante opportunità per i piccoli paesi come Dosoledo, proponendo un’accoglienza in grado di innestarsi con il tessuto sociale ed economico di questi territori. L’obiettivo è contrastare l’abbandono e lo spopolamento delle zone di montagna, coinvolgendo sia gli artigiani che le attività ricettive locali. Anche l’ospite ne beneficia, imparando a conoscere persone, ritmi, e stili di vita tipici di questi luoghi. Per noi questo è fondamentale, vogliamo attirare persone che siano rispettose dei luoghi che visitano e che vogliano contribuire a sostenerne il tessuto sociale. La cultura non è solo monumentale, ma anche sociale. È un’opportunità di apprendimento anche per gli ospiti.”

Un vero e proprio modello virtuoso che si ramifica e si riverbera positivamente su tutte le persone coinvolte. Come si è svolta la ristrutturazione?

Markus – “Siamo partiti da una precisa volontà, quella di conservare quello che per noi è il vero e proprio lusso: la storia. Abbiamo seguito una filosofia di minimo intervento, comunicando fin da subito agli artigiani che la casa doveva essere rispettata come se fosse un’opera del Michelangelo

Gertrud – Nonostante le conoscenze legate al nostro lavoro, abbiamo voluto coinvolgere unicamente imprese locali. Daniela è stata fondamentale per sensibilizzare alcuni dei professionisti che hanno lavorato al progetto, facendosi portavoce dei nostri valori e degli obiettivi.

Markus – Abbiamo restaurato CEDÄ M preservando l’autenticità e la semplicità del passato, senza sacrificare comfort e servizi. Entrando all’interno della casa si notano fin da subito i segni della vecchia stube, la fuliggine, le crepe e i segni delle vecchie riparazioni. L’intonaco è quello originale e antecedente la ristrutturazione degli anni ’70, così come le assi di legno utilizzate per pavimenti e soffitti. Le abbiamo smontate, rinforzate e riposizionate dopo avere interposto materiale isolante come sabbia, iuta, cartone e fibra di legno. Una filiera molto corta, in grado di garantire il principio di sostenibilità alla base di CEDÄ M.”

Cedä M, quindi, non è solo un luogo di soggiorno, ma rappresenta un esempio concreto di come l'accoglienza possa fungere da catalizzatore per l'economia locale, attivando artigianato, industria e comunità in un ciclo virtuoso di crescita e sviluppo sostenibile che mette al centro le persone e il valore del territorio.

Di colpo ci accorgiamo che sono trascorse più di due ore da quando abbiamo iniziato a parlare. Saluto Markus e Gertrud mentre ripartono per Brunico, grato per il tempo trascorso insieme e per avere potuto ascoltare il racconto di questo luogo speciale direttamente dai proprietari.

Cala la sera e le luci di casa si accendono. Dopo una cena al tavolo condiviso con gli altri ospiti esco fuori con la mia macchina fotografica e scatto una foto verso il cielo, riprendendo casualmente una meteora mentre attraversa un mare di stelle. La guardo meravigliato mentre penso a CEDÄ M proprio come a una di queste stelle: parte di una grande costellazione in grado di illuminare cielo, comunità e singole persone.

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