Enrica Mannari, la “divulgatrice emotiva”. L’impegno dell’illustratrice nell’avviare in Italia, con messaggi disegnati e scritti, progetti di rinnovamento.
Quando siamo bambini non facciamo che porre mille domande. Cerchiamo di capire qual è il senso delle cose, quali sono le istruzioni dello stare al mondo. Alcune domande sono particolarmente difficili, così le accantoniamo, soddisfatti di una risposta creativa e poco esaustiva di un adulto.
Poi gli adulti diventiamo noi. E le domande non fanno che aumentare. Spesso è proprio la più importante di tutte a rimanere senza una risposta: «Che cos'è la felicità?».
La felicità è una delle cose più desiderate al mondo. Tutti la cercano, tutti ne hanno bisogno. La si cerca nel successo, nel denaro, nelle relazioni, ma la felicità vera e duratura sembra sfuggirci di mano. Cos’è davvero la felicità?
Tutte le storie più avvincenti hanno inizio con un viaggio e la mia non fa eccezione.
Era il 2014 e avevo appena finito l’università quando decisi di realizzare uno dei miei più grandi sogni: fare il giro del mondo.
Il viaggio è un'esperienza trasformativa; ti permette di uscire dalla tua zona di comfort, superare confini geografici e barriere mentali. Quando ti avventuri zaino in spalla, non sai cosa ti aspetta lungo il cammino ma una cosa è certa: una volta varcata la soglia di casa, non sarai più lo stesso.
Dodici giorni di meditazione vipassana nel subcontinente indiano hanno cambiato la mia vita. Chiuso in un monastero, senza distrazioni e senza contatti, ho messo finalmente in ordine pensieri ed emozioni che per troppo tempo avevano turbato la mia mente. Ero pronto a guardare il mondo con occhi nuovi.
Tornato a casa avevo chiara una consapevolezza: desideravo una vita che fosse all'altezza dei miei sogni, che desse valore e significato alle mie aspirazioni più profonde.
Ma fin dove potevo spingermi, potevo davvero superare ogni mio limite e diventare la migliore versione di me?
Nasce così la mia prima sfida e progetto social: Progetto Liminis. Mi sarei dato un anno di tempo per prepararmi al triathlon più duro al mondo: l’Ironman. Ho cominciato a documentare tutto sui social e su YouTube; l’allenamento, la competizione, le mie speranze, delusioni e difficoltà.
Alla fine, ce l’ho fatta. Ho tagliato il traguardo e per la prima volta ho visto l’uomo che aspiravo ad essere: un uomo che non rifiuta la paura e le debolezze ma le abbraccia, le affronta e, alla fine, le domina.
Era bellissimo condividere queste emozioni, poter essere di ispirazione. A quel punto ho messo da parte il mio ego e sono tornato alla questione più importante di tutte: la felicità.
Da quattro anni porto avanti una missione: girare il mondo per incontrare i personaggi più straordinari del pianeta e fargli una semplice domanda: «Cos’è per te la felicità?».
Progetto Happiness è il mio attuale progetto: un viaggio alla ricerca della formula della felicità. Documento incontri e storie dal mondo sulla felicità attraverso video-reportage su YouTube. Intervisto donne e uomini che con la loro straordinaria storia possono ispirarci a fare della nostra vita molto più di quello che avremmo mai pensato.
Ho intervistato persone straordinarie da tutto il mondo come Kabir Bedi, celebre attore di fama internazionale famoso per aver interpretato Sandokan, e l’astronauta Luca Parmitano, primo italiano ad aver comandato la stazione internazionale spaziale.
È stato incredibile ascoltare la voce delle più famose ed eclettiche personalità del mondo. Tuttavia, a un certo punto del mio viaggio, qualcosa mi suggeriva di cambiare rotta. Era chiaro che nelle vite di questi personaggi, costellate dal successo, denaro e ammirazione, ci fosse la felicità. Dovevo immergermi nei meandri del mondo più oscuri, difficili, e poveri. Ero pronto per dare una svolta al mio progetto e andare nei luoghi del mondo per indagare la felicità in contesti dove non ero sicuro che ci fosse.
Sono finito di nuovo in India. Ho intervistato il leader dei manual scavengers, gli uomini della fogna. Il loro lavoro è liberare la fogna dalle ostruzioni, e per farlo si calano quasi nudi all'interno, liberando manualmente i blocchi con le loro mani. Sono gli ultimi degli ultimi, gli untouchable, appartenenti all'ultima casta della società indiana.
Sono salito sulla nave Ocean Viking di SOS MEDITERRANEE per documentare la missione di salvataggio di migranti alla deriva. Ho assistito con i miei occhi alla morte di centinaia di persone e al salvataggio di molte altre.
E la cosa più incredibile è che ho trovato la felicità anche lì, dove non pensavo l’avrei trovata. Era una felicità diversa, fatta di piccole cose. Per gli scavengers indiani la felicità era offrire un pasto caldo ai propri figli, l’amore della famiglia, la speranza di un futuro migliore. Per i migranti sopravvissuti la felicità era il ritorno alla vita, l’opportunità di rinascere.
La mia ricerca era ormai sociale: sono andato in Iraq e in Kenya. Le tribù mi hanno insegnato la gentilezza e a vivere in connessione con l’ambiente. Per loro la felicità è l’equilibrio con gli altri, la natura, l’ecosistema e gli animali.
Ho imparato tanto, restando in silenzio ad ascoltare, entrando in punta di piedi nella vita dell’altro. Ho scoperto che da un polo all’altro del mondo le cose cambiano molto. Mentre l’Occidente ha una visione più individualistica della felicità, l’Oriente ha una visione collettiva, di unione e armonia con il tutto.
Abbiamo molto da imparare gli uni dagli altri e, indubbiamente, allenarci alla gentilezza ci porta sulla via per la felicità. Dividere il bene e il male e sostenerci a vicenda è fondamentale, soprattutto quando le cose si fanno difficili: in quei momenti, è proprio la gentilezza a fare la differenza.
A volte, per liberarci dalle catene che ci impediscono di essere felici, basta fare un passo che attraversi la paura.
Enrica Mannari, la “divulgatrice emotiva”. L’impegno dell’illustratrice nell’avviare in Italia, con messaggi disegnati e scritti, progetti di rinnovamento.
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