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Il cestino della carta dello studio di mio padre era il mio punto di rifornimento preferito: carte e ritagli di ogni tipo, cartoncini di spessori e colori diversi, tutti scarti preziosi per dare forma alla mia fantasia e popolare il mio pensiero magico.
Ero una bambina timida e di poche parole, ma molto espressiva. Dotata di uno spiccato estro manuale e di grande pazienza, realizzavo piccoli mondi incantati che parlavano di me attraverso dettagli di carta.
Lo stupore era l’emozione che inseguivo. Il piano bidimensionale ha sempre rappresentato per me il trampolino di lancio del messaggio che va alla conquista della realtà, che la invade e la sorprende facendosi spazio nel mondo.
I libri pop-up e con finestre erano infatti il mio pane quotidiano: pieni di fascino e poesia, attraverso la cartotecnica offrono un'animazione sorprendente che cattura l'attenzione di lettori di tutte le età. Alcuni volumi sono veri e propri capolavori di architettura, realizzati da artisti della cellulosa che rendono ogni volume unico e particolare: che si tratti di fiabe o di libri di divulgazione, l'effetto magico delle figure che emergono dalla pagina rendono la lettura coinvolgente e mai scontata.
Lo studio di mio padre era una grande e infinita fonte di materiale, ma le mie scorte ispirazionali erano multi-composte e potevano occasionalmente arrivarmi dalla carta del pane o del macellaio, da un biglietto del tram o da un’etichetta, un ritaglio di arta da parati, o carta regalo. Non c’erano riviste, cataloghi o quotidiani che arrivassero al cestino prima di essere passati in rassegna dalla mia fantasia e dalla mia forbice.
Stavo giocosamente mettendo in atto una pratica che oggi ha assunto l’urgenza poco ludica e molto imperativa di una condotta di vita obbligatoria per un futuro sostenibile.
Nel tempo, ho cominciato a creare una personale rete di raccolta: alcuni tipografi e tappezzieri tenevano da parte per me scarti e ritagli, gli amici mi pensavano se incontravano qualche forma originale di cellulosa e un’affezionata origamista, Luisa Canovi, conservava sempre qualche scarto prezioso per la mia creatività.
Che arrivano ed evolvono a nuova vita, seguendo la mia sottile linea di immaginazione.
Così una piccola fatina della carta, laureata in Architettura, è divenuta scenografa.
In occasione del Salone del Mobile del 1995, Nicola Gallizia mi chiede di fare dei cartamodelli da appendere negli armadi dell’esposizione Molteni. Non mi ero mai interessata alla moda, ma mi sono appassionata all’incarico con grande slancio, forse più del necessario. Avevo infatti realizzato veri e propri abiti che vestivano manichini, non vestiario stilizzato per grucce.
E fu stupore: per me e per gli altri.
La mia piccola collezione di abiti ha subito incuriosito diverse aziende della carta e della moda.
Sì certo, forse anche il mio cognome in qualche modo ha fatto gioco: voglio pensare non solo per fama, ma anche per indole.
Tra passaparola e comunicazione diffusa, gli incarichi e le collaborazioni si sono moltiplicati e, mentre il mondo del lavoro accelerava verso il digitale, io rallentavo verso l’artigianalità, e trovavo un nuovo modo di esplorare il mio mondo interiore con crescente eloquenza.
Beyond Boxes (oltre l'impiego delle scatole) di Comieco, il Consorzio nazionale del riciclo di carta e cartone, è una delle prime mostre cui partecipo, è il 2004. Oggetti in carta e cartone creati secondo un criterio progettuale equidistante tanto dalla dimensione provvisoria dell’usa e getta, quanto da quella inesorabile del materiale indistruttibile.
Leggerezza, flessibilità, trasportabilità, trasformabilità, adattabilità a diversi contesti, riciclabilità, biodegradabilità e compostabilità: queste le caratteristiche funzionali, estetiche ed ecocompatibili dei manufatti esposti.
La mia passione per l’essenza resistente e leggera della carta trova così il modo di concorrere esplicitamente alla diffusione della cultura della sostenibilità e della lotta allo spreco.
“La Gentilezza della Carta. La sostenibilità è bellezza” è il titolo della mostra con cui ho interpretato il fascino della moda Made in Italy per la Fondazione Fashion Research Italy in occasione dell’inaugurazione di Punto Sostenibilità: il più completo archivio italiano, sia fisico che digitale, di materiali tessili, accessori e soluzioni di packaging sostenibili per la moda.
Ho modellato abiti di carta prodotta con il 100% di fibre riciclate su dei manichini in materiale riciclato.
Sono convinta che la carta di riciclo e riuso sia un materiale che più di altri si presta a farsi metafora della gentilezza che dovremmo usare nei confronti del nostro pianeta. Un richiamo gentile, ma non per questo meno potente, che riflette alla perfezione il mio storico approccio nei confronti degli altri e del mondo.
Puoi lavorarla ovunque e trasportarla con facilità, può essere opaca o trasparente; è leggera, anzi è leggerezza.
Se la butti nell’acqua si sfalda, si disfa, sparisce.
Molte aziende, quando si rivolgono a me, chiedono espressamente di aiutarle a studiare una rappresentazione poetica e gentile del loro lavoro, dei loro prodotti.
Un evento, una mostra, un’installazione di carta crea un’atmosfera speciale, aggiunge una dimensione, dove realtà e fantasia entrano in contatto, dove la leggerezza dell’immaginazione senza confini trova la sua realizzazione materica, senza perdere la componente magica che la caratterizza.
Le modelle stesse mi hanno più volte confidato che quando le vesto di carta si sentono un po’ come Alice nel mondo delle meraviglie.
“Sotto il segno dei pesci”, curata da Irene Ivoi.
I pesci sono la fauna gentile del pianeta. Così poco impattanti e aggressivi nei confronti del mondo, eppure così belli, eleganti ballerini in acqua. Silenziosi: come me, come la carta. Eppure, così espressivi. Sentimenti ed emozioni sono spesso più intensi quando non c’è la parola.
Da bambina realizzavo piccole cose magiche per creare stupore e attirare in silenzio l’attenzione, oggi realizzo cose più grandi e strutturate, ma cerco ancora e sempre quella magia, quello stupore gentile, che è quello delle piccole cose, quello che ci avvince, sospesi tra realtà e fantasia, senza bisogno di parole.
Images Credits:
© CATCOP-BONETTI
© Exi
© GDP
© ph. EMANUELE BESTETTI RAINDROPS
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