I libri, maestri di liberazione interiore: aprono la gabbia dell’ego e guidano alla capacità di sentire gli altri, capire se stessi ed essere parte del tutto.
Se tutto fosse possibile, al di là di quello che già esiste, come dovrebbe essere fatta e come dovrebbe essere gestita un’azienda che operi creando più valore - non solo per gli azionisti, ma anche per l’ambiente e la società - di quello che estrae per funzionare?
Questa era la domanda che ci ponevamo nel 2012, anno in cui decidemmo di fare convergere le nostre esperienze di vita nell’azienda che oggi porta il nome di NATIVA.
Da anni accompagnavamo le imprese in percorsi di evoluzione sostenibile come ramo italiano della non profit The Natural Step. Faticavamo a comprendere perché quello che facevamo dovesse essere descritto da una negazione: “non” profit. Era ovvio che doveva esistere un modello più evoluto.
Le nostre certezze vacillarono però quando presentammo in Camera di Commercio lo statuto della nuova azienda. Il funzionario cancellò la parte di oggetto sociale - la ragione per la quale l’azienda esiste - dove c’era scritto che NATIVA voleva creare valore per la società e l’ambiente, oltre che dividere utili tra i soci.
Fu quello il giorno in cui scoprimmo che, secondo il Codice Civile italiano - Art. 2247, “due o più persone conferiscono beni o servizi per l'esercizio in comune di una attività economica allo scopo di dividerne gli utili.” Questo era l’unico scopo allora contemplato dalla legge.
Ed era assolutamente legittimo che nel perseguire questo scopo si potesse creare un danno nei confronti degli esseri umani e del pianeta.
Sentimmo subito la necessità di superare questo assurdo limite e solo dopo svariati tentativi, crediamo per sfinimento del funzionario, riuscimmo a far approvare lo statuto così come lo avevamo pensato: così nacque NATIVA, azienda “for benefit”, che aveva (e ha tuttora) lo scopo di accelerare la transizione verso un paradigma economico rigenerativo.
Per capirlo basta pensare alla Terra come a un’astronave, dotata di risorse limitate, che la maggior parte delle imprese oggi estrae per trasformarle in profitto e concentrarle nelle mani di pochi soci o azionisti. Un sistema del genere, e lo capisce anche un bambino di 6 anni, è impossibile che possa funzionare nel lungo termine.
In un paradigma rigenerativo invece il valore economico, sociale e ambientale che l’azienda utilizza per funzionare è minore del valore economico, sociale e ambientale che crea.
È questa la nuova equazione che qualsiasi imprenditore e manager dovrebbe avere ben chiara in mente nel momento in cui prende le proprie decisioni.
Dovrebbe guidare tutti i business plan ed essere insegnata come prima cosa in tutte le business school del pianeta.
A seguito della creazione di NATIVA è nata in noi la volontà di fare in modo che altre aziende potessero ufficializzare e perseguire uno scopo o, come diceva Olivetti, “una vocazione, al di là del ritmo apparente dei profitti.”
Per questo abbiamo preso spunto dalle Benefit Corporation, esistenti in alcuni Stati degli USA, e lavorato per portare questa forma giuridica in Italia. Dal 2016 esistono così anche in Italia le Società Benefit: imprese a scopo di lucro come le S.r.l. o S.p.A. che scelgono di fare evolvere il proprio stato legale, ufficializzando nello statuto lo scopo di creare valore anche per l’ambiente e le persone e di rendicontare annualmente i risultati raggiunti rispetto a questi temi.
È una rivoluzione copernicana nel concetto di impresa perché cambia il mandato che azionisti o soci assegnano al management: non solo dividere gli utili, ma anche creare valore condiviso, nel breve e nel lungo termine.
Nel 2013 siamo diventati anche la prima azienda a misurare i propri impatti sociali e ambientali con il B Impact Assessment e a diventare la prima B Corp certificata in Italia.
Oggi le aziende certificate sono più di 200 (6.000 nel mondo) e sono più di 200.000 quelle che misurano le proprie performance con i tool di B Lab. Tutti strumenti che permettono un’accelerazione incredibile dell’evoluzione delle imprese verso un paradigma rigenerativo.
Per prima cosa una consapevolezza diffusa.
Abbiamo la fortuna di parlare quotidianamente con persone che chiamiamo Legacy Leader, che hanno capito che la sostenibilità non è una moda, uno strumento di marketing o un’attività marginale rispetto al core business dell’impresa. È una questione di sopravvivenza.
Persone che sanno rispondere, o desiderano al più presto essere in grado di farlo, alla domanda “perché esiste la tua azienda?". E che hanno capito di far parte di un sistema interdipendente e che una collaborazione radicale può essere l’unica strada per risolvere i problemi ambientali e sociali del nostro tempo.
Esistono già numerosi esempi di questo tipo di collaborazione.
Come quella che ha permesso di realizzare #UnlockEducation, campagna di educazione sui temi della sostenibilità, progettata e promossa dalle B Corp italiane. Un progetto che ha l’ambizione di determinare le condizioni perché nasca finalmente la prima generazione di umani in grado di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di fare altrettanto, mettendo gratuitamente a disposizione degli studenti, delle classi e delle scuole una serie web sui fondamentali dello sviluppo sostenibile, da integrare nei programmi scolastici e universitari.
Ma anche CO2alizione Italia, iniziativa che ha portato oltre ottanta imprese italiane, per un totale di 50.000 lavoratori e 30 miliardi di fatturato, a elevare l’obiettivo di neutralità climatica a finalità di impresa al pari del profitto, attraverso un’integrazione statutaria. Una pratica di governance innovativa progettata per assicurare il necessario focus dell’impresa su una delle sfide più importanti della storia e il raggiungimento degli obiettivi di neutralità fissati dall’Unione Europea.
Lo sappiamo perché siamo noi prima di tutto imprenditori e perché ci confrontiamo quotidianamente con Legacy Leader che desiderano lasciare un'impronta positiva attraverso la propria organizzazione.
Quando si misura la crescita esponenziale dei disastri ambientali e sociali, si comprende che la prosperità di un’impresa è legata indissolubilmente a quella dell’ecosistema in cui opera e diventa chiaro che non c’è altra scelta se non evolvere.
Quello che ci sentiamo di dire a chiunque si senta ispirato da queste parole è: non sei solo. Migliaia di imprenditori e manager hanno già scelto di abbracciare questa visione.
Le sfide sono grandi, ma oggi abbiamo la visione, la consapevolezza e gli strumenti per affrontarle.
Embrace Radicality dunque.
Osa iniziare. L’evoluzione e l’impatto positivo inevitabilmente seguiranno.
Images Credits:
© NATIVA
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Il Green Drop Award premia i film che meglio interpretano i valori dell’ecologia. Tra cronaca, denuncia e profezia, tutta la forza del cinema ambientale.