Ecovisioni d’autore

C’è un bel film di Clint Eastwood, J. Edgar, dedicato al fondatore dell’FBI che racconta fra le altre cose di quando, all’inizio degli anni Trenta del Novecento, questi si accorse che a Hollywood si producevano troppi film con protagonisti feroci delinquenti.
Riteneva che questi eroi negativi fossero cattivi esempi e così influenzò l’industria cinematografica affinché alcuni dei più noti attori del tempo passassero dall’interpretare dei gangster a vestire i panni di eroi positivi, agenti federali, poliziotti, ecc.

La potenza degli immaginari cinematografici è sempre stata tale da rendere opere e artisti esempi da seguire, in cui identificarsi o, quanto meno, da ascoltare.

Il nostro Paese, per esempio, ha una grande tradizione di cinema impegnato e di denuncia. Basterebbe pensare a Roma città aperta di Rossellini, a Le mani sulla città di Francesco Rosi o ai più recenti Gomorra di Matteo Garrone o A mano disarmata di Claudio Bonivento.

Il tema ambientale arriva lentamente, ma insistentemente nella storia del cinema.
Per il grande cineasta Bertrand Tavernier sono addirittura i fratelli Lumière a introdurlo con le riprese di un pozzo di petrolio che brucia a Baku in Azerbaigian. Era il 1896. Negli ultimi decenni non si contano più le opere cinematografiche che hanno rappresentato la crisi ecologica nelle sue molteplici sfaccettature.

Il Green Drop Award, il premio che Green Cross Italia assegna ogni anno alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, testimonia questo processo da ormai undici anni.

Fu durante un viaggio in treno, da Torino a Sorrento, degno di un racconto di Jerome K. Jerome, che venne l’idea di istituire un premio per quelle opere cinematografiche in concorso nei più grandi festival di cinema (Venezia, Roma, Berlino, Cannes…) che rappresentassero i temi e le istanze ecologiste. Strano a dirsi ma allora (correva il 2011) nessuno ci aveva ancora pensato.
È così che nacque il Green Drop Award, tenuto a battesimo, nemmeno un anno dopo, con Claudia Cardinale, Claudia Gerini, Ermanno Olmi e Ugo Gregoretti.

Il Green Drop Award viene assegnato al film che “meglio abbia interpretato i valori dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile, con particolare attenzione alla conservazione del pianeta e dei suoi ecosistemi per le generazioni future, agli stili di vita e alla cooperazione fra i popoli.”
Il trofeo è una goccia verde di vetro di Murano, soffiata dal maestro vetraio Simone Cenedese, che ogni anno contiene la Terra di un luogo particolarmente significativo del pianeta.
In essa sono, simbolicamente, sintetizzati i quattro elementi: il fuoco che l’ha forgiata, l’aria del soffio che le ha dato forma, la terra che essa contiene e l’acqua rappresentata dalla sua forma.

Nel corso dei suoi primi dieci anni di vita (2012-2021) hanno sostenuto e fatto parte della giuria alcune delle personalità di maggiore spicco del mondo del cinema e della cultura, fra le quali Ermanno Olmi e Claudia Cardinale, Lino Banfi, Nancy Brilli, Mimmo Calopresti, Francesca Cavallin, Paolo Conticini, Claudia Gerini, Remo Girone, Blasco Giurato, Ugo Gregoretti, Francesca Inaudi, Franco Iseppi, Simona Izzo, Ottavia Piccolo, Stefania Sandrelli, Claudio Bonivento, Silvia Scola, Sebastiano Somma e Ricky Tognazzi.

Ed ecco i film premiati con l’ambita Goccia nelle precedenti 10 edizioni: nel 2012 il premio è stato vinto da La quinta stagione di Peter Brosens e Jessica Woodworth, nel 2013 da Ana Arabia di Amos Gitai e nel 2014 da The postman’s white nights di Andrej Konchalovskiy, nel 2015 Behemoth di Zhao Liang, nel 2016 con un ex aequo i film vincitori sono stati Spira Mirabilis di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti e Voyage of Time di Terrence Malick, nel 2017 First reformed di Paul Schrader più una Goccia “speciale” al cortometraggio di animazione che ha aperto la sezione Orizzonti Nausicaa - L’altra Odissea di Bepi Vigna, nel 2018 il premio è andato ad At eternity’s gate di Julian Schnabel. Nel 2019 è stata la volta di J’accuse di Roman Polanski e il vincitore del GDA 2020 è stato Notturno di Gianfranco Rosi, nel 2021 Il buco: la pellicola diretta da Michelangelo Frammartino.

Occorre sempre tenere presente che una Mostra del cinema non è una semplice rassegna o una passerella di film che avranno probabilmente successo, ma una vera e propria esposizione di idee che spesso anticipa le aspettative del pubblico, che ne interpreta le paure, i desideri e i gusti, che può essere sperimentale e sorprendere come disorientare, difficilmente lasciare indifferenti.

I dodici film premiati (con l’ex aequo nel 2016) fino al 2021 con il Green Drop Award sono un campionario significativo di generi e stili diversi e di come il tema sia stato interpretato da alcuni dei massimi artisti del mondo del cinema.

Il Green Drop Award 2022 è andato al film White Noise di Noah Baumbach, tratto dall’omonimo romanzo di Don DeLillo, vincitore del National Book Award nel 1985: una surreale, grottesca e riuscita cronaca del presente attraverso le ossessioni degli anni ‘80. Il premio è stato ritirato da Netflix che ha prodotto il film.

“Premiato per aver saputo trattare il tema dell’apocalisse ambientale in maniera realistica e inquietante, con una satira capace di abbracciare vari aspetti della società contemporanea, dove il potere dei media e il consumismo generano una serie di psicosi che rischiano di alterare la percezione dei problemi”, Simone Gialdini - Direttore ANEC.

Il Premio Speciale, in collaborazione con ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, è andato a Siccità di Virzì, film fuori concorso.
A Roma non piove da tre anni, racconta l’opera:

«Un’emergenza reale,» spiega Paolo Giordano, uno dei quattro sceneggiatori di Siccità insieme a Francesca Archibugi, Francesco Piccolo e lo stesso regista Paolo Virzì «che si è verificata davvero qualche anno fa in Sudafrica, a Città del Capo, dove è stato decretato il razionamento dell'acqua e uno stato di emergenza, legato al consumo idrico.» «Ricordavo − continua Giordano − un momento del 2017 in cui a Roma si parlava addirittura di razionamento dell'acqua e così la storia di Siccità è venuta fuori dalle nostre conversazioni. È nata l'idea di ambientare tante vicende diverse all’interno di una plausibile emergenza dei nostri tempi.»

Salvo il fatto che nei mesi che hanno preceduto l’uscita del film, quella siccità rappresentata nel film da profezia è diventata cronaca, decretando una delle estati più secche che il nostro Paese abbia mai vissuto.
Ecco la forza del cinema ambientale che il Green Drop Award “certifica” ogni anno col suo premio.

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